Giannandrea Inchingolo racconta l’esperienza a Lucca Comics&Games 2022 per portare al pubblico il gioco da tavolo Pixel sulla risoluzione delle immagini astronomiche (che detta così sembra una roba noiosa… ma basta leggere per farsi un’idea!)
Giannandrea Inchingolo racconta l’esperienza a Lucca Comics&Games 2022 per portare al pubblico il gioco da tavolo Pixel sulla risoluzione delle immagini astronomiche (che detta così sembra una roba noiosa… ma basta leggere per farsi un’idea!)
Okay. E chi non c’aveva voglia di lavorare?
:D
(Sì, era insito nella premessa: “il gioco è un’attività seria e fondamentale, non solo per conoscere, ma anche per sviluppare tantissime competenze”
Beh, devo dire che è interessante.
Mi permetto qualche appunto marginale:
“come al scienza non sia”
Attento: il trattino iniziale apre un’incisa che in realtà poi si chiude con una virgola (l’altro trattino è per la parola composta, no?)
e poi, saltando a piè pari qualche quisquilia sulla punteggiatura, vengo al nocciolo:
L’ultimo termine è spiegato: “quell’insieme di pratiche in cui il gioco viene sfruttato, talvolta con fini pesantemente utilitaristici, talvolta, in buona fede, solo perché “va di moda”, da realtà che, spesso, non conoscono il gioco.” Però con quella “e” tra “game-based learning” e “gamification”, mi vien da dire, prima di leggere il resto e, soprattutto, di capire che l’ultimo termine serve a specificare meglio il secondo (e se non è così, serve a maggior ragione quello che vado a suggerire) che siano due cose diverse e, non essendo stato al Lucca Comics a sentirvi, può darsi che non la conosca (cvd per il discorso che non sia abbastanza stressata, questa differenza). Che ne dici di mettere una piccola parentesi per spiegare? Tipo:
è emerso che la differenza tra game-based learning (che punta anzitutto a far apprendere) e gamification (che punta invece a far appassionare al gioco) non è sufficientemente stressata (…)
Eh… quando ti arriva l’articolo tra capo e collo che va pubblicato il prima possibile e non c’hai avuto il tempo di revisionarlo e discuterne con l’autore, alla fine succede che non c’è il tempo di muovere quella stessa obiezione all’autore, che effettivamente era venuta anche a me, pur avendo una leggera infarinatura sulla distinzione tra i primi due termini (sugli errori di battitura, colpa mia che mi sono sfuggiti: spero di ricordarmi, o di avere il tempo, di sistemarli presto…). Vedo se effettivamente può essere sensato proporre una aggiunta post-pubblicazione.
sia chiaro che ho evidenziato queste cose pensando di fare un servizio, non di sminuire l’articolo. Che poi ce l’ho di vizio, e adesso anche tal Carlo ha qualcosa da sistemare, se vuole…
Certo, se non si può correggere, fa niente, eh?
E’ un servizio senz’altro, nessun problema o fraintendimento. Grazie!
Tranquillo: era chiaro già dal tono del commento che era, in qualche modo, di “servizio”! E per correggerlo, direi che, come sempre, è solo questione di tempo.