File di scrivanie in redazioni illuminate a fluorescenza, riunioni segrete all’ombra dei parcheggi, hack maniaci del lavoro sposati con il lavoro: puoi vedere un film sul giornalismo con l’audio disattivato. Grazie alla presenza costante del soggetto sullo schermo - dalle commedie stravaganti degli anni '40 alle serie virali di Netflix e alla nuova uscita She Said - i tropi sono radicati nella nostra coscienza. Che ritraggano i giornalisti come eroi, cattivi o personaggi imperfetti che cercano di fare il loro lavoro, questi film esplorano una serie di ansie contemporanee, dalla corruzione del potere all’ottusità della cultura.

C’è un’altra ansia universale che attraversa molte di queste storie: personaggi che si chiedono se mostrarsi o restare nascosti. Se mettersi in gioco o meno in modo creativo, professionale o interpersonale è una lotta condivisa da molti - forse questa è la vera ragione del fascino duraturo del genere.

(continua)