HPC5 è una batteria di unità di calcolo parallelo in grado di sviluppare una potenza di elaborazione pari a 51,7 Petaflop/s di picco. Associata al sistema di supercalcolo che era già operativo dal 2018 (HPC4), l’infrastruttura raggiunge una potenza di picco di 70 Petaflop/s: vale a dire 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Il suo nome completo è High Performance Computing – layer 5: è l’ultima generazione dei supercomputer di Eni. Implementa algoritmi di elaborazione dati molto avanzati e li applica lungo tutta la catena del valore dell’energia. Anche questi software sono sviluppati internamente da Eni. Un importante ambito di utilizzo di HPC5 è l’esplorazione geofisica: lo studio del sottosuolo per individuare nuovi giacimenti di idrocarburi. Ma il supercomputer supporta anche la ricerca di nuove forme di energia, come il moto ondoso e la fusione a confinamento magnetico. Inaugurato il 6 febbraio 2020, nel giugno 2020 è entrato nella lista TOP500 classificandosi come il sesto supercomputer più potente al mondo e il primo in Europa. A novembre 2022 si conferma il supercomputer industriale più potente al mondo. Nel giugno 2020, inoltre, HPC5 è entrato nella lista speciale GREEN500 guadagnando la medesima posizione come sesto supercomputer al mondo per efficienza energetica, classificandosi come primo in Europa e di nuovo primo assoluto fra tutti i sistemi di calcolo industriali. Tutt’ora, HPC5 rimane uno dei più potenti supercomputer non governativi al mondo, mentre il Green Data Centre di Ferrera Erbognone – realizzato nel 2014 - rimane uno dei centri di calcolo con maggiore efficienza energetica al mondo. Se poi trascuriamo i computer sperimentali prendendo in considerazione solo i sistemi di supercalcolo con più di 500.000 core di calcolo, HPC5 si è classificato come secondo computer al mondo per risparmio energetico nel 2020. Un solo Watt di elettricità gli permette di calcolare quasi venti miliardi di operazioni al secondo.