I film di fantascienza hanno sbagliato tutto: quando gli extraterrestri arriveranno sulla terra non perderanno tempo a distruggere la tour Eiffell o la Casa Bianca, saranno troppo impegnati a cercare di capire il senso della musica jazz. Cosa c’è di più strano di un gruppo che suona la stessa canzone, sera dopo sera, ma rendendola ogni volta diversa? Come si fa a decifrare questo linguaggio? Come si fa a individuare l’epicentro di quella qualità inafferrabile nota come swing, tanto decantata dagli appassionati di jazz ma così difficile da spiegare o misurare? Come si fa a cogliere la struttura di un codice in cui molte cose sembrano spontanee, inventate sul momento e invece sono guidate da regole di base solide come la roccia? Soprattutto, come si fa a penetrare l’essenza di una pratica così indefinibile che, quando all’icona del jazz Louis Armstrong fu chiesto di definirla, si dice abbia ammonito il suo interlocutore così: “se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”. Continua a leggere…

  • @memo
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    32 years ago

    Porterò Billie Holiday sempre nel cuore grazie a delle compilation (di quelle di poco conto, da “edicola” degli anni 80) che negli ultimi anni ho ascoltato un’infinità di volte.

  • skarikoA
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    22 years ago

    Belli e grazie, li ascolterò senz’altro. Non sono un esperto di musica ma il jazz mi fa sempre piacere ascoltarlo.

    Per esempio mi piace molto Mingus, anche per colpa dei Quintorigo.

    • Vega
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      32 years ago

      Bellissimo! Non lo sento da moltissimo, ma é stato uno degli album di apertura anche per me