La clausola estrema - inserita da un gruppo di ricercatori - faceva parte dei termini di servizio di un sondaggio online per l’accesso a un servizio digitale fittizio

Accettereste di donare un rene in cambio dell’accesso a un social network? Sembra una domanda strampalata, ma cosa succederebbe se si trattasse di una clausola all’interno dei termini di servizio di quest’ultimo, accettati senza averli letti? È l’ipotesi che ha voluto indagare un gruppo di ricercatori della York University, a Toronto, in Canada, che ha rivelato come le persone - anche quelle che dichiarano di preoccuparsi per la loro privacy sul web - generalmente ignorano ciò che viene scritto nei contratti online relativi ai termini di servizio, accettando potenzialmente le condizioni più disparate, dalla raccolta di dati tramite attivazione di fotocamera o microfono, alla condivisione di questi ultimi con le agenzie di sicurezza nazionale, fino ad arrivare a donazioni di reni, braccia, gambe o altri “organi ridondanti”. Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista International journal of communication, mette in luce la necessità di riflettere sul design delle schermate di accesso ai servizi digitali e di ripensare il modo in cui vengono comunicate le policy di servizio, spesso troppo lunghe e complicate.

Molti esperti ritengono che accettare i termini di servizio, le policy sulla privacy e altre politiche sui servizi digitali online sia “la più grande menzogna su Internet”, perché generalmente si accetta rispondendo a un meccanismo di consenso comune, senza sapere nel dettaglio a cosa si sta acconsentendo. In altre parole, le persone tendono a ignorare ciò che viene scritto nelle politiche di accesso di servizi digitali, mentendo, al momento dell’accettazione, sulla loro conoscenza e sulla comprensione delle implicazioni che esse possono avere, soprattutto riguardo la privacy. In particolare, una modalità molto comune con cui si manifesta questo falso consenso è tramite i cosiddetti clickwrap, prompt digitali che consentono all’utente di fornire o negare il proprio consenso a una politica o a un insieme di politiche facendo clic su un pulsante che suggerisce “Accetto” o “Non accetto”. Per i servizi di social network, spesso i clickwrap appaiono durante l’iscrizione, oppure quando cambiano i termini di servizio, includendo un pulsante “Accetta” o “Partecipa” dal design accattivante, con vicino un link con cui visualizzare i termini di servizio e le policy sulla privacy. Il testo di accompagnamento al clickwrap, infatti, in genere suggerisce che, cliccando sul pulsante, le persone accettano le policy, accessibili tramite link. Quello che succede, però, è che le persone cliccano sul pulsante di accordo senza prima visualizzare i termini di servizio, comunicando al fornitore di servizi digitali che ne hanno avuto accesso e li hanno compresi, quando in realtà non l’hanno fatto davvero.

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