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Abbiamo già inglese e francese come lingue di lavoro delle istituzioni e sarebbe opportuno mantenere solo l’inglese che, non appartenendo a uno stato membro, mette di fatto tutti sullo stesso piano perché è una lingua “straniera” che tutti i cittadini devono imparare per comunicare con gli organi di governo senza creare alcuna disparità.
Va da sé che l’Europa dovrebbe salvaguardare la diversità e la ricchezza linguistica dei propri cittadini e non appiattire tutti “per risparmiare”. Gli sprechi da tagliare sono altri.