Elton John defini’ Nik Kershaw come uno dei migliori autori/compositori degli anni 80, e scartabellando tra i suoi pezzi, famosi e meno, si puo’ capire perche’.
Le composizioni di Kershaw sono raramente banali. Nik si trova molto a suo agio cambiando chiave, scala/modo e tempo all’interno della stessa canzone. Alcune hit, per esempio “I Won’t Let The Sun Go Down On Me”, “The One and Only” scritta per Chesney Hawkes tra molte altre, fanno del key change la caratteristica principale, altre invece il poliritmo (“Don Quixote”, “City of Angels”).
Per questo primo tema della serie ho invece scelto “The Riddle”, che mette insieme un po’ tutti i party tricks di Kershaw in una maniera che coniuga easy listening con preziosita’ musicali apparentemente quasi senza sforzo.
The Riddle spazia tra 3 scale: FA# minore (strofa, ritornello), SOL maggiore (bridge, ma e’ un eufemismo - vedi sotto), SOL minore (strumentale e ritornello finale). Questo gia’ ci dovrebbe dire qualcosa sulla complessita’ del pezzo.
La strofa e’ costruita intorno a una scala di basso crescente di un tono per intervallo, due toni per barra, cosicche’ nel giro di tre barre troviamo una sequenza FA# SOL# LA SI DO# RE (ok, l’ultimo intervallo e’ un semitono). Gli accordi lavorano di conseguenza, con l’eccezione del secondo discendente, il che fa un bel contrasto con il basso ascendente (FA#m - MI/SOL#). La sequenza e’ quindi: i - VII6 - III - IV - v7 - VI7+ - iv7 - IIb, il che e’ un bel movimento gia’ nei primi secondi della strofa.
Questa si ripete e presenta una sorpresa cromatica in corrispondenza della fine della strofa (“America the Brave”), con un passaggio D7+ - D#m7 (VI7 - vi#7) che prepara la strada ad un’altra mini sequenza crescente LA#m7 - SIm7 - DO#m7 - RE - MI (iii#7 - iv7 - v7 - VI - VII) che culmina nella partenza del ritornello con l’accordo di FA#m (i) e poi il bridge.
Il bridge. Oh mamma, il bridge.
A grandi linee, parte giocando con intervalli di quarta (G - C - F - Bb), tutti accordi maggiori, che creano un bello stacco dalla combo strofa/verso, e prepara la strada allo strumentale che ripete la melodia iniziale, per poi chiudere con il ritornello ripetuto due volte con le linee melodiche e gli strumenti che si addizionano via via. Semplice? Neanche per niente.
Dicevamo che il bridge e’ in SOL maggiore? Hm. Questo capolavoro di bridge e’ un excursus tra possibilmente SETTE chiavi diverse (prima barra: DO maggiore, seconda: SIb maggiore, terza: RE maggiore (!), da quarta a sesta: LA minore, settima: RE maggiore di nuovo, ottava: SIb maggiore, nona: SOL minore, con la scala di accordi DOm/SIb/MIb/FA (e basso relativo ascendente DO/RE/MIb/FA) che introduce lo strumentale e i due ritornelli finali sempre in SOL minore, un semitono sopra la melodia iniziale ma chi se ne accorge, giusto?
Tanta roba, eh? Eppure, The Riddle e in genere tutto l’opus di Nik Kershaw e’ considerato parte del “generone anni 80”, musica leggera per distrarsi. Questo e’ probabilmente dovuto agli arrangiamenti, con sonorita’ tipiche del tempo, ma io lo considero un complimento: musica interessante ad un orecchio addestrato che allo stesso tempo e’ perfettamente fruibile per un uso spensierato.
Ecco, ricordo che la parte “America the brave” ti fa un attimo fermare, perché non te le aspetti…ma che fosse sto bordello non ne avevo idea. I ritornelli finali sono diversi ??
Comunque ora sto sentendo il peggio pop anni 80 ed è tutta colpa tua :-)
La melodia dei ritornelli finali e’ la stessa ma in chiave diversa: all’inizio della canzone e’ in Fa# minore, alla fine e’ in Sol minore! Solo che nel frattempo e’ successo di tutto quindi nessuno se ne accorge :)
Per quanto riguarda il peggio pop, benvenuto nel trip :D