La storia vera di Michael Oher - passato letteralmente da essere ragazzino senza una casa cui stare, ospitato a turno dai compagni di scuola, fino a diventare offensive tackle titolare dei Ravens in NFL - era troppo ghiotta per Hollywood. Una feel good story come una volta: il bravo ma sfortunato ragazzo afroamericano che si sarebbe perso dietro a spaccio e droga, una famiglia sana e tradizionale - e bianca - che si offre di dargli sostegno, limiti ed educazione, salvandolo ; Sandra Bullock (inverosimilmente bionda) a fare da richiamo.

Bene. A quanto pare, quello è solo un lato della vicenda. Oher stesso, anni dopo l’uscita del film e la fine della sua carriera da pro (8 anni giocati in NFL sempre da titolare, un SBowl vinto), ha denunciato la famiglia che lo aveva accolto, accusandoli di averlo ingannato quando aveva 18 anni, avendolo convinto a firmare una tutela legale - e non l’adozione - tale da permettere alla famiglia di gestire accordi commerciali a suo nome, e che garantiva a loro i guadagni di libro e film, lasciando nulla o quasi a lui.

La vicenda andrà per le lunghe, qui ci sono altri dettagli. La famiglia certo ha avuto grande visibilità dalla vicenda. Presto per prendere una parte e gridare allo scandalo, ma sono curioso - e un po’ triste, dopotutto - di vedere cosa salterà fuori.