È la seconda in pochi anni: il motore di ricerca è accusato di abusare della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità online

Martedì il dipartimento di Giustizia del governo degli Stati Uniti ha denunciato Alphabet, la società che controlla Google, accusandola di abusare della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità online: nella denuncia il dipartimento di Giustizia sostiene che Google abbia «usato mezzi anticompetitivi, escludenti e illegali per eliminare o diminuire drasticamente qualsiasi minaccia al suo dominio sulle tecnologie pubblicitarie digitali».

Oltre alla pubblicità sul suo motore di ricerca (quella che permette ai siti di mostrarsi per primi nelle ricerche con la dicitura “annuncio”), Google infatti guadagna attraverso un suo sistema che mette in collegamento gli inserzionisti con i giornali e gli altri siti web che vogliono ospitarli. Sia gli inserzionisti che i siti in passato si sono lamentati del ruolo di intermediario di Google, a cui però non possono rinunciare, sostenendo che non sia sufficientemente trasparente sui termini degli accordi che vengono stipulati, e quindi su quanti soldi vadano alle due parti dell’accordo e quanti invece a Google.

L’obiettivo del governo americano è fare in modo che Google venga costretta a vendere tutta la sua divisione che si occupa di mediare i rapporti pubblicitari tra siti e inserzionisti, perché in questa mediazione approfitterebbe di una posizione di sostanziale monopolio. Complessivamente la pubblicità è responsabile di circa l’80 per cento delle entrate di Alphabet, mentre la sola attività di intermediazione vale circa il 12 per cento delle sue entrate.

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