A vederlo a bordocampo, sempre col cappuccio della felpa tirato su, e con lo sguardo perennemente torvo, Bill Belichick - per 24 anni coach dei New England Patriots - a me sembrava un lord Sith. E in effetti i suoi momenti da Lato Oscuro li ha avuti: il Deflategate per i palloni usati a Foxboro, sotto la pressione minima richiesta; lo Spygate, quando furono accusati di filmare le chiamate dei giochi delle squadre avversarie…insomma. Premi per la simpatia non ne ha mai cercati, men che mai nelle conferenze stampa, dove era insofferente di tutto il circo mediatico e i suoi luoghi comuni (celebre il suo ‘on to Cincinnati’ quando gli chiedevano come mai la squadra giocasse male). A lui interessava altro. E questo altro è arrivato eccome: 17 titoli di divisione, 9 titoli di conference, e ben 6 Superbowl vinti. In uno sport che ha regole attente a garantire equilibrio, e in piena free-agency era, fare numeri simili è qualcosa di - forse - non replicabile. Direte: beh, il suo qb era Tom Brady. Via lui, ai Pats hanno fatto ultime 4 stagioni in calo, ultima addirittura 4-13. Assolutamente vero, ma personalmente credo non vada scordato che il primo Brady non era ancora quel Brady, e i Pats vincevano con la difesa, dove veramente il genio di Belichick spiccava. Semplicemente, quella dei Patriots è stata una irripetibile sinergia tra il GOAT dello sport, e un allenatore tra i primi cinque ogni epoca - a stare bassi. Insomma, se esiste un caso in cui parlare di *dinastia *è assolutamente lecito e sacrosanto, è questo. Qui una bella review della sua carriera e dei suoi momenti migliori.

Ora, lasciati in modo relativamente amichevole i Patriots, lui vuole allenare ancora. 71 anni non sono pochi e i programmi NFL in rebuild forse vogliono qualcuno di più giovane; ma dategli un buon QB, un roster appena dignitoso ma underachieving, e chissà. I Chargers di Herbert, forse ?