Disponibile da oggi la nuova banca del gruppo ISP in cui si opera solo tramite smartphone (anche l’iscrizione si fa direttamente in app) e senza sedi fisiche, una banca improntata al digitale e alle generazioni sempre online e orientata al mercato retail (cioè le persone fisiche senza grandi patrimoni). Nelle parole degli amministratori il modo per “anticipare la minaccia fintech”, mentre questa mattina durante la presentazione si è parlato molto di “fintechizzare” (sic) Intesa Sanpaolo tramite isybank. Nella presentazione tante buzzword (ESG, PNRR, trasformazione digitale, inclusività, lavoro ibrido, cloud) e un carosello di soluzioni normalissime presentate come innovazioni all’avanguardia: “grazie al digitale i clienti potranno operare da qualunque parte del mondo e all’orario che preferiscono”, “i nostri talenti di IT e business lavorano insieme”, “possibilità di lavorare a distanza, sia negli spazi fisici condivisi ma anche nelle stanze virtuali”. Ultimo punto che vorrei condividere sono i prezzi dei diversi contratti: piano “lite” gratuito, piano “smart” a 3,90€/mese e piano “prime” a 9,90€/mese, dove il piano più costoso include funzionalità e servizi che personalmente reputo il minimo sindacale per valutare l’apertura di un conto, ma che molti competitor offrono gratuitamente con il conto base. Purtroppo da quel che vedo nessuna possibilità di azzerare i costi dei piani.

Insomma, personalmente vedo questa neonata isybank come un’occasione sprecata per essere, nelle parole dei manager e di chi mastica business, veramente disruptive. Se proprio volete Intesa Sanpaolo, considerate il conto XME completamente gratuito fino a 40 anni con la Carta Giovani Nazionale (gratuito fino ai 35 se non ce l’avete).

Voi cosa ne pensate?

  • Scrollone
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    4
    ·
    2 years ago

    Concordo, ma che senso ha fare un conto del genere? Se fosse gratuito lo capirei, ma 9 euro al mese è follia pura

    • crius
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      2
      ·
      2 years ago

      È assurdo per chi sa che è assurdo.

      Questo genere di operazioni tendono a voler modificare lo standard di mercato.

      La stessa cosa è successa gradualmente con i videogiochi e l’approccio live service + microtransazioni.

      Si è partiti con “dlc da 5 soldi”, poi microtransazioni da 50 centesimi… e oggi siamo con giochi da 70-100 soldi al lancio e “micro” transazioni da 25 soldini per una manciata di pixel.

      E la gente che ti da dal coglione se gli dici che è fuori dal mondo sta cosa, perché ormai è stata normalizzata.