Ciao a tutti! Negli ultimi tempi le mie abitudini di ascolto hanno preso una deriva che definirei “intellettiva”: è iniziata prima con la musica noise/sperimentale (Merzbow, Kuang Program, Ryoji Ikeda), spostandosi poi verso la riscoperta di vecchi amori (velocity : design : comfort degli Sweet Trip) e di chi avevo sempre scioccamente ignorato (Drukqs di Aphex Twin).

Qualche giorno fa, invece, mi sono imbattuto nell’ultimo disco di Madame (di cui qualcuno aveva anche parlato qui su Musica Agorà mi pare) e ha risvegliato in me la voglia di ascoltare musica un po’ più “con la pancia”. Non sono particolarmente fan del pop o del rap, e la mia parte snob ed elitista si sente quasi sporca ad ascoltare questo disco perché non si tratta di qualcosa di “alto e raffinato” o qualche puttanata simile (chiedo venia, ma sono un ventenne presuntuoso e con la puzza sotto al naso), fatto sta che ascoltandolo ho sentito emozioni che non sentivo da tempo con la musica. C’è sicuramente molta malinconia e molto erotismo, ma c’è anche un che di grottesco, oscuro, quasi di ripugnante a tratti, ma mai esagerato o provocatorio, è come se parlasse ad un lato di me che ho trascurato e nascosto a lungo, una sorta di danza tribale in cui lasciar fluire tutto.

Ora, non posso affidarmi ai consigli algoritmici di spotify e youtube perché a partire da Madame riescono solo a suggerire le ultime hit dell’estate e quindi mi rivolgo a chi di musica ne sa qualcosina in più di me: quali sono i dischi che, magari senza essere particolarmente raffinati o ricercati, riescono in un certo senso a squarciare il vostro velo di maya interiore? Quelli che vi riportano a galla sensazioni spiacevoli magari, ma che allo stesso tempo vi rasserenano e ve le fanno accogliere?

  • essebiM
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    ·
    1 year ago

    Ciao piece e grazie per il tuo bell’intervento. Credo che la musica sia principalmente emozione, indipendentemente da chi la produce. Che sia Madame, i Simply Red, Jolly, Miles Davis o Battiato, poco conta, se il “suono” ci crea vibrazione, ci da emozione, ha raggiunto il suo scopo, poi si può ragionare su tutto il resto… Da morrisoniano potrei consigliarti una manciata di capolavori ma l’assaggio di “No Guru, No Method, No Teacher” potrebbe bastare. A 37anni dalla sua uscita è uno dei TANTI dischi che ogni volta che l’ascolto mi da un’emozione impareggiabile, inspiegabile, mai assopita.