Cala il sipario sul Festival di Sanremo. Un ringraziamento da parte di tutti i campani va a Emanuele Palumbo in arte Geolier che per la prima volta è riuscito a portare una canzone cantata per intero in lingua napoletana sul palco dell’Ariston. In Campania il napoletano rischia di morire: tutti noi parliamo dialetti del napoletano che variano da quartiere in quartiere nella stessa città metropolitana di Napoli, ma soprattutto da città a città, da paese a paese della Campania intera e delle Regioni limitrofe. Il napoletano è una lingua, come il catalano in Spagna. Il napoletano scritto non esiste. La stessa canzone di Geolier probabilmente si doveva scrivere “Ie pe me, tu pe me” visto che la e finale come per il francese non si pronuncia nel napoletano, ma purtroppo le uniche tracce di una sorta di grammatica napoletana le troviamo oggi solo su wikipedia Il napoletano rischia di scomparire perché non è insegnato nelle scuole e una grammatica della lingua napoletano non esiste. Il napoletano come lingua deriva dal latino parlato anticamente a Pompei, che si è poi contaminato con spagnolismi d’Aragona e con termini francesi, ma la grammatica originaria è quella del latino arcaico. In Italia il toscano ha seguito la stessa metamorfosi del napoletano ed è stato adottato per convenzione come lingua nazionale in tutta la penisola, ma ci fu un periodo in cui in Italia si pensò al napoletano come lingua di comunicazione nelle cancellerie dei piccoli stati italiani. Alfonso D’Aragona I Re di Napoli adottò il napoletano come lingua ufficiale del suo Regno. Dal 1442 con questa lingua comunicò per circa 60 anni con le cancellerie di mezza Italia. Nel 1501, l’Accademia Pontaniana (una sorta di Accademia della Crusca napoletana) suggerì però l’utilizzo del toscano. L’influenza della grammatica italiana "Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua"del contemporaneo Pietro Bembo ebbe un ruolo centrale in questa scelta. Le famosissime precedenti opere scritte dai toscani Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio fecero il resto. Che dire oggi, grazie a Geolier per aver riportato il dibattito della lingua napoletana a Sanremo con l’auguri di vedere il napoletano quanto prima insegnato nelle scuole italiane così come il catalano viene insegnato nelle scuole spagnole

  • quasimagia
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    2
    ·
    9 months ago

    Che va benissimo, però a 'sto punto visto che è una lingua (come effettivamente è) non facciamoli più partecipare a Sanremo, festival della canzone italiana - così come non facciamo partecipare le canzoni in lingua sarda o, ancor più assurdo, in còrso (che non è una lingua ma un vernacolo toscano)