Una storia carina da Geopop:
OXO è il primo videogioco interattivo della storia, ideato per scopi accademici nel 1952. Consisteva in una versione elettronica del tris contro il computer e, pur non essendo un gioco per le masse, è stato cruciale nell’aprire la strada nell’interazione tra uomo e macchina.
Il mondo videoludico unisce diverse generazioni e rappresenta uno dei passatempi più amati di sempre. Che siate appassionati del settore o meno, forse siete tra coloro che pensano a “PONG” di Atari (commercializzato nel 1972) come al primo videogioco di sempre. Beh, non è proprio così, dal momento che il primo videogioco della storia risale a ben 20 anni prima di PONG e consisteva in una rappresentazione su schermo del buon vecchio gioco del tris: OXO. Ripercorriamo insieme la sua storia e vediamo anche perché alcuni non lo considerano un vero videogioco.
Nel 1952, Alexander S. “Sandy” Douglas, un ricercatore dell’Università di Cambridge, stava lavorando alla sua tesi di dottorato e decise di utilizzare una delle prime macchine computazionali per creare un gioco interattivo. Il risultato fu OXO, un simulatore del classico gioco del tris, noto anche come tic-tac-toe (a proposito, cercando questo termine su Google potrete giocare a una versione Web del tris). Nonostante la semplicità delle regole – vinceva chi riusciva a mettere in fila tre simboli uguali (crocette o cerchi) su una griglia 3×3 – OXO rappresentava un esperimento innovativo: per la prima volta, un essere umano poteva sfidare una macchina!
Il giocatore, per posizionare il suo simbolo nella casella desiderata, doveva ricorrere a un disco telefonico e scegliere un numero compreso tra 1 e 9: ogni numero corrispondeva a una specifica casella della griglia. Una volta fatta la scelta, era il turno del computer che, analizzando la situazione, doveva rispondere con una mossa che potesse bloccare o sconfiggere l’avversario umano. Il tutto si svolgeva su un monitor a tubo catodico da 6 pollici, dove i movimenti venivano visualizzati tramite punti luminosi verdi.