È proprio la materia che sento muoversi dentro di me, che mi fa assumere ogni sorta di forma e mi spinge fuori, con questo appetito per la vita, questa curiosità per le persone, questa paura di durare che mi trasforma in una trottola. È questa gelatina che mi ha fatto adorare e poi odiare il mangiare, che rende la contraddizione più forte dell’affermazione in me, che m’impedisce di “prendere forma” e quindi di svilupparmi. (p. 250)

Si può riassumere con questa citazione la complicata personalità di Claude Arnaud, scrittore francese e protagonista omonimo di questo romanzo-memoir pubblicato in Francia nel 2010 e vincitore del premio Jean-Jacques Rousseau l’anno successivo, ispirato alla sua vita e a quella dei suoi fratelli maggiori, Pierre e Philippe.

via Criticaletteraria