Magnavox Odissey costava 99 dollari e veniva venduta insieme a un mazzo di carte, dadi, fiches e dollari finti. Il suo ideatore era un genio che conta 150 brevetti a suo nome.

Il numero di brevetto è il 3728080, depositato a Manchester, nel New Hampshire, il 22 marzo 1971. L’esaminatore dell’ufficio competente, a cui era stato chiesto di registrare l’invenzione come “The Brown Box” per via dello scotch marrone che ricopriva la scatola simulando le venature del legno, dopo aver sbrigato le scartoffie ci aveva giocato per tutto il pomeriggio.

Dimostrandosi all’atto pratico molto più appassionato rispetto alla definizione burocratica e poco lungimirante che aveva dato a quell’oggetto destinato a cambiare la percezione dell’entertainment e del tempo libero, e generare un volume d’affari valutato oggi in 172 miliardi di dollari: «La presente invenzione riguarda un apparecchio e un metodo, in combinazione con ricevitori televisivi standard, atto alla generazione, visualizzazione, manipolazione e uso di simboli o figure geometriche sullo schermo allo scopo di simulazione e addestramento, per giocare e per impegnarsi in altre attività da parte di uno o più partecipanti». Senza sapere come, quell’impiegato stava descrivendo la matrice delle future Playstation e Xbox.

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