Dal Limes:

L’Ufficio federale per la protezione della costituzione (BfV) della Germania, l’apparato di intelligence interno, ha pubblicato il Verfassungsschutzbericht 2022, un rapporto per tirare le fila dell’anno passato. Presentato a Berlino dal capo dell’agenzia Thomas Haldenwang e dalla ministra dell’Interno Nancy Faeser, il documento avverte con una chiarezza mai raggiunta prima che i maggiori pericoli per le aziende tedesche derivano dall’attività di spionaggio della Repubblica Popolare Cinese: «A causa del suo approccio globale alla raccolta di informazioni, la Cina costituisce per la Germania la minaccia prioritaria in termini di spionaggio economico e scientifico e di investimenti diretti esteri». È un modo per affermare che non sono solo le azioni, ma soprattutto le ambizioni di Pechino – determinata a diventare «una potenza globale almeno pari agli Stati Uniti entro il 2049» – a renderla minacciosa per gli interessi tedeschi…Il rapporto cita anche altri paesi, come Russia, Iran, Corea del Nord e Turchia (membro Nato e formalmente alleato della Germania). Ma è il tempismo a conferire un sapore peculiare alle dichiarazioni sulla Cina. La pubblicazione è avvenuta infatti pochi minuti dopo la fine delle consultazioni governative sino-tedesche, a cui hanno partecipato il cancelliere Olaf Scholz e il primo ministro cinese Li Qiang, che ieri aveva incontrato alcuni rappresentanti delle industrie tedesche. È molto più di un caso fortuito. E conferma che tra i poteri federali il dibattito su Pechino è più acceso che mai.