Così il fossil fuel divestment proprio a fine anno scorso, nei giorni della fine ingloriosa della COP28, ha toccato nuovi clamorosi record. Gli investitori istituzionali internazionali aderenti al disinvestimento dalle fonti fossili hanno superato la quota di 1.600 e soprattutto l’ammontare complessivo dei loro asset gestiti è arrivato a superare i 40 trilioni di dollari (40mila miliardi di dollari). Una grande massa di soldi che non verrà più investita in ciò che ha causato e continua ad alimentare la crisi climatica. Forse non definitiva, ma comunque una spallata potente, rumorosa e globale alla social license di BigOil