La prima cover del 2024 si intitola Deadline: quando non c’è più confine tra lavoro e tempo libero.

Il lavoro oltre il lavoro. La nuova copertina del New Yorker è firmata da una artista italiana, Bianca Bagnarelli, e si intitola deadline. Ritrae una donna che lavora senza orario, mentre fuori alla finestra ci sono i fuochi d’artificio di Capodanno. Anni preziosi che scorrono inesorabilmente mentre trascuriamo le piccole cose, quelle più belle. L’opera ha fatto partire il dibattito sui social, probabilmente animato da tante persone sedute alla scrivania di casa, o con un cellulare in mano sul letto. Proprio come la protagonista di Bagnarelli.

La commistione tra lavoro e tempo libero è diventata sempre più evidente, soprattutto con l’aumento del lavoro da remoto durante la pandemia. Le distinzioni spaziali sono scomparse mentre l’equilibrio tra vita lavorativa e privata è diventato sempre più sfumato, con persone che lavorano anche durante il Primo Maggio, il Natale e, per l’appunto, l’ultimo dell’anno. Questo fenomeno segna la reconquista delle nostre vite da parte del lavoro, facendogli rompere quelle staccionate temporali e spaziali che una volta lo limitavano.

La diminuzione delle ore lavorate nel corso degli anni sembra aver subito una inversione, con sempre più persone che dedicano il loro tempo libero al lavoro in forme che sfuggono alla misurazione quantitativa. Questo cambiamento ha radici nei cambiamenti strutturali dell’economia, con la transizione verso una società post-fordista, a partire dagli anni Settanta, con la riduzione irreversibile e accelerata del tempo di lavoro salariato, conseguenza della deindustrializzazione, e la diffusione dei computer. Le attività produttive e di cura sono diventate invisibili o esternalizzate, rendendo difficile il controllo sindacale su di esse.

L’emergere del lavoratore cognitivo, con un alto livello di istruzione ma in un mercato saturo, ha portato ad una competizione estenuante per le opportunità lavorative. Da qui l’idea di politiche sempre più flessibilizzanti del mercato del lavoro, iniziate negli anni Novanta e confermate anche da innumerevoli governi socialdemocratici, che hanno indebolito la posizione contrattuale dei lavoratori, portando a una crescente precarietà e a una compressione delle richieste economiche. La deadline, la «linea mortale» oltre la quale c’era il rischio di svanire, si è trasformata così in un simbolo di pressione costante per raggiungere i risultati e rispettare gli impegni, in un mondo dove ogni individuo è in lotta contro sé stesso per accaparrarsi il tempo: la risorsa più preziosa.

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