Come accennavo nel primo post, ognuno di noi ha il suo ruolo all’interno del sistema di Protezione Civile, questo aspetto è specificatamente normato nel capo V del Decreto Legislativo n° 1/2018, che rappresenta il più importante aggiornamento legislativo sulla materia dopo la Legge n° 225/1992. In particolare all’Art. 31 comma 3 specifica che “I cittadini possono concorrere allo svolgimento delle attività di protezione civile, acquisite le conoscenze necessarie per poter operare in modo efficace, integrato e consapevole, aderendo al volontariato organizzato operante nel settore, […], ovvero, in forma occasionale, ove possibile, in caso di situazioni di emergenza, agendo a titolo personale e responsabilmente per l’esecuzione di primi interventi immediati direttamente riferiti al proprio ambito personale, familiare o di prossimità, in concorso e coordinandosi con l’attività delle citate organizzazioni.” Oggi tralasciamo il volontariato al quale daremo ampio spazio in seguito, soffermiamoci invece sul ruolo del cittadino, che per la prima volta viene ufficialmente riconosciuto e chiamato ad essere parte attiva nell’ambito ermergenziale. Ricordiamo tutti “gli angeli del fango” che in più eventi alluvionali hanno contribuito enormemente al ripristino di strade e locali devastati dalla furia delle acque. Il rischio in queste occasioni è che però, per la grande solidarietà e voglia di aiutare, ci si possa mettere in pericolo, ecco che viene specificato “ove possibile” e “responsailmente”, quindi secondo le proprie capacità e competenze, senza che questo comporti dei rischi per la propria e altrui incolumità. Banalmente anche il semplice mettere in sicurezza se stessi, i propri familiari e le proprie cose è già un grandissimo contributo apportato al sistema dell’emergenza e sarà argomento dei prossimi post.
Per chi avesse voglia di approfondire ho inserito il link al testo completo del Decreto.
Ed infatti l’ho ben specificato nel post citando il testo che hai riportato e successivamente in questo passaggio: “Il rischio in queste occasioni è che però, per la grande solidarietà e voglia di aiutare, ci si possa mettere in pericolo, ecco che viene specificato “ove possibile” e “responsailmente”, quindi secondo le proprie capacità e competenze, senza che questo comporti dei rischi per la propria e altrui incolumità.”