Questa mattina stavo parlando con amici sotto l’ombrellone ed è venuto fuori che il loro comune ha pagato una qualche agenzia per far aggiungere su Google Maps le ciclabili della città, così che ai cittadini che sceglievano l’opzione “bici” per i tragitti venissero suggeriti i tratti dotati di pista ciclabile e non venissero mandati su strade più pericolose o comunque più scomode.

L’idea mi era sembrata lodevole ma in quanto convinto sostenitore della campagna Public Money, Public Code della FSFE, non ho potuto fare a meno di suggerire che sarebbe stato più giusto che il comune andasse a investire e suggerire ai cittadini le mappe di OpenStreetMaps, piuttosto che quelle di Google.

Poiché alcuni amici non avevano mai sentito parlare di OpenStreetMaps, ho spiegato loro cosa fosse per poi farglielo vedere dall’app attraverso cui lo uso quotidianamente che è Organic Maps (che personalmente preferisco alle altre in quanto la trovo molto più curata nell’ambito UI/UX e semplice da utilizzare per chiunque, anche i meno “smanettoni”).

Tuttavia, abbiamo notato insieme che Organic Maps non usa le informazioni sui percorsi ciclabili presenti su OpenStreetMaps nella pianificazione dei tragitti e, dopo una veloce ricerca online, mi pare di aver capito che l’unica app mobile che usa questi dati sia OsmAnd (che, pur ritenendola io un’app valida e ben fatta, presenta una UI/UX ben diversa da quella semplice e moderna di OrganicMaps).

Più o meno all’unanimità, abbiamo convenuto che il comune non poteva promuovere a tutti i cittadini l’utilizzo di OsmAnd al posto di Google Maps (ovviamente senza nulla togliere a OsmAnd e alle persone che ci sono dietro) e che dunque la scelta di migliorare e raccomandare le mappe di Google non era poi così sbagliata.

Tutto questo lungo preambolo era per introdurre questa mia riflessione:

Se un ente pubblico come un comune (piccolo, non sto parlando di città come Roma o Milano) proponesse a un’app open-source come OrganicMaps una qualche somma affinché gli sforzi degli sviluppatori si concentrino sull’implementazione di una specifica funzionalità, questa cosa come verrebbe vista agli occhi della comunità che sta dietro a quell’app e a OSM in generale? Pensate che sarebbe un’iniziativa apprezzabile e utile, o un’interferenza non opportuna nel lavoro di altri?**

  • @shaked_coffeeOP
    link
    310 months ago

    Si certo, ovviamente i dati andrebbero inseriti su OSM. Quello a cui pensavo era che il comune in questione finanziasse lo sviluppo della funzionalità “pianifica percorso in bici” dell’app, che poi utilizzando i dati di OSM funzionerebbe in moltissime città.

    • @trem
      link
      310 months ago

      Mi metto nella testa (e nel portafoglio) del Comune in questione: “perché dovrei investire soldi comunali in una cosa che sfrutterebbero anche gli altri comuni senza metterci un euro? Allora che lo faccia la provincia/regione/Stato!”

      Lo scaricabarile dell’investimento avrebbe la priorità. Con GMaps invece hanno speso soldi comunali per una cosa che darà giovamento esclusivamente al loro comune, a livello politico è molto più “spendibile”.

      • @quasimagia
        link
        210 months ago

        Ma sopratutto: le ciclabili mappate servono non tanto agli abitanti (che dopo un paio di volte le imparano) quanto ai turisti e a chi viene da fuori. E non posso pretendere che un turista si scarichi questa o quell’app di mappe solo per poter girare 10 minuti nel mio paesello: quindi google maps e via

        • @trem
          link
          110 months ago

          Quel fattore già lo vedrei più digeribile. Spesso quando si viaggia ti trovi a scaricare l’app del noleggio bici del posto (che non è detto sia lo stesso della tua città), oppure la guida col calendario degli eventi dell’estate. Se promosso bene quindi vedrei fattibile anche far installare un navigatore (che oltretutto non richiede account, quindi proprio download e via). Di sicuro però non aiuta il brand del paese, alla fine ti resta un navigatore che non ha da nessuna parte il nome della località. Quindi è un investimento economico senza rientro pubblicitario (al di là del giornaletto locale che magari ci scrive sopra un articolo).