“il problema più grande che dobbiamo affrontare è l’adesione relativamente frammentaria all’azione di sciopero” Le riflessioni di Jonathan Hopkin valgono solo per lo sciopero degli accademici in UK?
@lavoro
I lavoratori della conoscenza costituiscono una piccola porzione del mondo del lavoro, ma le criticità che stanno affrontando le loro rivendicazioni sindacali possono essere un modello di studio interessante per tutti i lavoratori del futuro.
https://hopkin.substack.com/p/exit-voice-and-the-university

  • (zerouno)
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    fedilink
    11 year ago

    @informapirata @macfranc @lavoro Si, questo è chiaro. Ma resta un ragionamento corporativo. Una chiamata alla mobilitazione non per migliorare la società nel suo insieme ma per proteggere la propria categoria ora che si vede messa in discussione.

    • @zerouno le proteste sindacali sono e devono sempre essere finalizzate al miglioramento delle condizioni di lavoro. Solo nel momento in cui Questo obiettivo viene raggiunto, allora è possibile che un organizzazione sindacale possa supportare altri tipi di battaglie dal carattere più ampio. Ma la priorità è il lavoro, ossia tutelare le proprie condizioni economiche e contrattuali

      @macfranc @lavoro

      • (zerouno)
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        fedilink
        11 year ago

        @informapirata @macfranc @lavoro La vedo un po’ limitata come posizione. Voglio dire, aver accettato silenziosamente lo svilimento del lavoro altrui (manuale o intellettuale che fosse) pensando di essere insostituibili è parte di un percorso che ci ha portato fin qui. Se non hai sentito come un problema la svalutazione ad esempio del lavoro giornalistico, ora diventa difficile sostenere che invece le professioni accademiche vadano tutelate in maniera differente.