• Casiraghi
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      1 year ago

      Vero, però va anche considerato che contribuire ad arricchire un razzista non è esattamente il mio obiettivo nella vita.

        • Casiraghi
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          1 year ago

          Con tutto il rispetto, non metterei sullo stesso piano Mein Kampf e questa porcheria.

          Il primo è ormai un testo storico, magari repulsivo, ma comunque ti permette di capire cosa aveva in testa Hitler.

          Per capire cosa ha in testa il militare in questione ti basta un qualsiasi giro su un social.

      • VodkaSolution
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        1
        ·
        1 year ago

        Un familiare mi ha chiesto di comprarlo, dato che ho prime (nessuna simpatia verso le idee assurde del tipo, come ha già scritto qualcuno “il libro non fa il lettore”), ma sono combattuto comunque nel volergli far arrivare dei soldi.

        • valhalla@social.gl-como.it
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          1 year ago

          @stimart @Casiraghi ma infatti, non credo neanche io che si parlasse del Mein Kampf.

          Col Mein Kampf nello specifico è una situazione complicata, ma se lo si scarica da archive.org (il copyright è scaduto) non si arricchisce nessuno. La stessa cosa si applica a tutte le opere d’odio i cui diritti sono scaduti, o i cui diritti appartengono a qualche erede che ha rinnegato l’odio contenuto nell’opera.

          Se invece uno compra il libro del generale da € 19,76 che vengono divise tra il generale stesso e amazon, contribuendo direttamente a finanziare le sue attività di odio.

  • OpusSpike
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    ·
    1 year ago

    Articolo sensato. Il libraio si basa su una relazione con il lettore, sulla base di quella consiglia o meno, suggerisce, contesta, provoca anche. E come ogni relazione si deve basare sull’ascolto e sul rispetto. Di altri comportamenti, che sono semplicemente virtue signaling, personalmente non sento il bisogno. E non vedo che paura avere di Vannacci.

  • Quoll
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    4
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    1 year ago

    Mi sembra una posizione condivisibile!

    …credo che fra i doveri del mio lavoro ci sia anche quello di impegnarmi sempre con forza nello sconsigliare (ma non certo impedire) l’acquisto di un libro che so essere destinato a una persona a mio giudizio non adatta a quel tipo di lettura

    Concordo in pieno, anzi, direi che questo è proprio uno dei sovrappiù che si ottengono andando a comprare in libreria.

    Se un ragazzino o una ragazzina palesemente minorenne mi dovesse chiedere un libro del Marchese de Sade mi si porrebbe un problema etico, e vorrei indiscretamente sapere se ha intenzione di leggerlo, o di regalarlo a qualche adulto, o cos’altro.

    Ecco, su questo sono parzialmente d’accordo. Avvertire il cliente che magari il libro potrebbe non essere adatto, fa certamente onore all’autore del post, però credo che sia stato scelto un esempio un po’ sbagliato. Penso che “un minorenne” – che poi è una fascia di età non molto descrittiva, visto che va da uno a diciassette anni! – possa anche leggere libri considerati scabrosi, magari accompagnati da qualche spiegazione, senza particolari problemi.

    Considerare i ragazzini come incapaci di intendere e volere (basta vedere cosa propinano gli editori sotto la categoria young adults… orrido anglicismo per un’orrida categoria) non aiuta certo a formare degli adulti che sanno ragionare autonomamente! Comunque credo proprio che non fosse questo il messaggio del post.

      • Quoll
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        1 year ago

        Mi fa molto piacere quello che hai scritto. Se ci fossero più librai – ma sopratutto professori – con il tuo approccio, sicuramente ci sarebbero anche più ragazzi a cui piace leggere!