La notizia della presunta morte del capo della milizia privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, apre nuovi interrogativi sul futuro delle attività dei mercenari in alcuni contesti geopolitici e sull’impatto degli equilibri di potere nel Cremlino. Lasciato il campo della battaglia in Ucraina dove ha dimostrato, ancora una volta, di essere stato determinante per il mantenimento delle posizioni acquisite dall’inizio dell’invasione russa, il gruppo Wagner ha subito una parziale riorganizzazione e ridefinizione degli obiettivi.

Dopo la “marcia della giustizia” dello scorso giugno, il primo ed eclatante caso di ammutinamento guidato da Prigozhin contro il sistema putiniano, che aveva iniziato un procedimento di inclusione dei mercenari nell’esercito militare russo, la Wagner è stata, infatti, progressivamente depotenziata nelle sue funzioni e, pur mantenendo le sedi in Russia, ha traslocato in Bielorussia e si è concentrata sulle operazioni in Africa.

L’uscita di scena dei fondatori e capi carismatici, Prigozhin e Dmitry Utkin, e di altri importanti componenti dell’organizzazione presenti sull’aereo caduto nella regione di Tver, sta provocando non solo un profondo cordoglio tra i mercenari, ma sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della Wagner. Secondo Radio Liberty, oltre 100 tende su 273 sono già state smantellate e circa 2000 wagneriani hanno lasciato il territorio bielorusso. Nei canali Telegram legati al gruppo Wagner si parla di trasferimenti in Africa e tra le ipotesi più consolidate degli esperti si prevede che altre compagnie private, come quella di Gazprom, la Patriot vicina al ministero della Difesa o la Redut dell’oligarca Gennady Timchenko, stiano procedendo ad un “passaggio di consegne” che potrebbe permettere al Cremlino di mantenere la sua influenza in Africa. Più difficile è l’opzione dell’integrazione nell’esercito russo di tutti i mercenari che, anche in queste ore, con memoriali improvvisati in diverse città della Russia, stanno dimostrando la loro fedeltà e il loro riconoscimento personale alla figura di Prigozhin.