L’importanza delle creature più iconiche, come quelle di Resident Evil, i temibili boss di Elden Ring e le cacce al mostro viste in Monster Hunter e nel recente Wild Hearts
La figura del mostro nei videogiochi è sempre stata molto importante sin dagli albori, da quando questo era rappresentato semplicemente da pochi pixel in titoli come Space Invaders o Centipede. Il mostro ha da sempre il ruolo di ostacolo principale sul cammino del giocatore, evolvendosi con il tempo fino a diventare figura centrale in diversi generi, dai giochi di ruolo agli action e agli horror. In alcuni casi i mostri hanno proprio reinventato un genere.
Oggi non è difficile trovare titoli che si sviluppano proprio attorno ai mostri, e non parliamo soltanto di horror come i recenti Dead Space Remake o The Callisto Protocol, di ambientazione fantascientifica, ma anche di altri giochi come il nuovo Wild Hearts, realizzato da Koei Tecmo e pubblicato da Electronic Arts, che si può definire il primo valido rivale moderno di Monster Hunter. Questi titoli sono un esempio della spinta evolutiva favorita dai mostri, che grazie alla loro stessa evoluzione hanno saputo cambiare interi generi.
Un’ombra nata dai pixel
Le migliori storie ci insegnano che a un buon protagonista deve essere contrapposto un buon antagonista. Come narrato ne Il Viaggio dell’Eroe di Christopher Vogler, l’archetipo dell’Ombra rappresenta l’antagonista per eccellenza: è l’incarnazione dei sentimenti repressi e delle tendenze negative, che mantiene però sempre una sua umanità. Non si tratta pertanto di portare in scena una semplice rappresentazione della cattiveria, ma una vera nemesi, la versione peggiore dell’eroe, quella che ha preso un cammino sbagliato e si pone come sua antitesi.
Il rapporto tra ombra ed eroe è uno degli elementi più importanti di una storia e spesso l’ombra è rappresentata proprio da quei mostri che ostacolano il cammino non soltanto a livello fisico, ma anche psicologico e che sono un duro scoglio da superare per abbracciare una nuova visione del mondo migliore di quella precedente.
Nei videogiochi i mostri sono nati come semplici ostacoli da superare per avanzare al livello successivo. Spesso nelle loro prime rappresentazioni si ispiravano alle figure mostruose più emblematiche della tradizione, ad esempio il famoso drago dello storico Dragon’s Lair o i demoni di Gauntlet. Pian piano queste creature si sono evolute, dando vita alle boss battle, ossia l’ostacolo supremo, non solo in termini di abilità, di gran parte dei videogiochi, fino a essere addirittura in grado di cambiare le regole di alcuni generi specifici, ad esempio quando sono diventate le incarnazioni delle peggiori paure dell’uomo nei titoli horror.
L’evoluzione del mostro nei videogiochi horror
Il genere horror, nei videogiochi, ha vissuto un’evoluzione costante sin dalla sua nascita, soprattutto grazie ai mostri che lo popolano. Alcuni di questi sono diventati tanto iconici quanto quelli classici del cinema. Pensiamo ad esempio a Pyramid Head, famosa creatura tratta da Silent Hill 2. Questa è l’esempio perfetto di antagonista generato dall’inconscio del protagonista James Sunderland, rappresenta infatti l’incarnazione delle sue colpe e del suo passato.
Argomento interessante e chiedo ai lettori: qual è il vostro mostro preferito o l’esperienza contro i mostri che più vi hanno colpito?
Io ricordo di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla battaglia contro l’Argorok in Zelda Twilight Princess. È stato uno scontro completamente inaspettato che pian piano si è trasferito su più livelli: da terra, in arrampicata, fino a uno scontro nel cielo. Sapevo che avrei dovuto usare il doppio rampino, perché da tradizione il boss si sconfigge usando maggiormente lo strumento scoperto più recentemente, ma non immaginavo di trovare una profondità simile.
Evito di entrare nel merito di Shadow of the Colossus perché lì ho trovato gli scontri TUTTI belli e commoventi.