Come Wikimedia Italia abbiamo già chiesto al governo italiano di non aggiungere restrizioni alle immagini rilasciate con licenza libera di beni in pubblico dominio sui progetti Wikimedia.

Continueremo a chiederlo, per spingere il nostro Paese ad adeguarsi agli standard internazionali di apertura e di partecipazione dei cittadini alla conservazione del proprio patrimonio culturale.

Limitare il libero utilizzo delle riproduzioni digitali del patrimonio culturale presenti su Wikipedia e sui progetti Wikimedia ai soli fini non commerciali tradisce lo spirito collaborativo con cui nascono i progetti stessi.

È inoltre una strategia fallimentare, come ormai dimostrato sia in Italia che all’estero: l’introduzione di un canone produce infatti costi gestionali aggiuntivi e non porta alcun beneficio alla maggioranza delle istituzioni culturali, ai cittadini e al Paese.

Per questo, chiediamo al Ministro della Cultura Dario Franceschini, al governo e ai parlamentari italiani di intervenire per risolvere le contraddizioni presenti nel PND. Vogliamo che le istituzioni culturali possano continuare a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, che producono solo contenuti aperti a tutti, per ogni uso.

Qui l’articolo completo

  • low res loud audio
    link
    fedilink
    12 years ago

    @informapirata
    Questo social si è popolato abbastanza di non informatici, al punto che si può affermare che l’eventualità di rendere clonabile il patrimonio non può esser stabilita dagli informatici.
    E per quanto i formati aperti incarnano un pensiero che per noi è da abbracciare, l’unica strategia che abbiamo è tenerci una regolamentazione rigida.

    • InformapirataOPM
      link
      12 years ago

      Io non riesco a vedere nessun vantaggio in una normativa di questo tipo, rigida o flessibile che sia punto L’unica cosa che vedo è la solita miopia di un governo che continua a osservare i fenomeni odierni con lo sguardo del burocrate Sabaudo di fine 800

      • low res loud audio
        link
        fedilink
        12 years ago

        @informapirata
        È più la ricerca libera o lo sperperare in blocco?
        Ok non dispiace l’approccio giocoso, ma il risultato è che svalutiamo il bene comune.

        Fino a 20anni fa, che ad esempio da una matrice ricavavi meccanicamente 10-30 copie, le opere tridimensionali non le si potevano replicare per vincolate. Ora che da una scansione si possono ottenere milioni di copie tutt’ok?

        Nei beni culturali sono vietate le azioni irreversibili su un unico bene. Perché sull’intero patrimonio si?

        • InformapirataOPM
          link
          12 years ago

          Nei paesi seri, le leggi si fanno in base a un’analisi realistica dell’impatto che dovrebbero avere e non in base alle sensazioni e al fiuto.

          Ora mi potresti spiegare:

          • a cosa potrebbe servire una normativa rigida e proibizionista come questa?
          • è in generale, perché una legge in questo settore dovrebbe essere rigida?
          • una tale legge, fuori dall’Italia, resisterebbe a un tribunale internazionale, oppure rimarrebbe più facilmente solo un handicap per gli italiani?
          • quanto sarebbe possibile ricavare da un regime di questo tipo?
          • c’è qualche possibilità che la costosa macchina amministrativa italiana non trasformi quel ricavo in nuova spesa pubblica?

          Ecco, per intenderci, quando si giudicano delle leggi, bisognerebbe prima porsi domande di questo libro

          • low res loud audio
            link
            fedilink
            12 years ago

            @informapirata
            Handicap sarebbe il non usare talune riproduzioni liberamente (che da un po’ equivale all’aumentare le visualizzazioni al proprio profilo) ?
            Cmq tranquilli che non la stabiliamo noi la faccenda ma, si spera, gente specializzata.
            Sulla legislazione siamo quelli messi meglio, parecchio, non è detto che facciamo bene ad adeguarci a soluzioni condivise da una maggioranza di paesi con quantità di opere nulla a confronto dove alcuni si sentono in dovere di rimetterle da dove l’han prese

            • InformapirataOPM
              link
              12 years ago

              Tranquilli anche no, grazie… considerando che al momento i beni culturali italiani continuano a essere gestiti attraverso lavoro nero, finte cooperative, appalti sospetti e ora (ci mancava il suggello del PNRR!) anche pretese assurde di proprietà intellettuale che non serviranno che ad arricchire qualcuno dei soliti noti capitani coraggiosi o a far sembrare utile assumere nuovo personale inutile per le cosiddette “valorizzazioni”

              • low res loud audio
                link
                fedilink
                12 years ago

                @informapirata
                Se nessuno regala niente i panni sporchi meglio lavarli in casa, dando la precedenza ai nostri ricercatori.
                Nel caso gli altri dovessero riconsegnare alcuni capolavori, potrebbero cercar miniere da cui attingere e guardacaso ci perdiamo noi.

                Eliminando tutti i vincoli, immagino già Amazon offrire un Canova in polistirolo a qualunque famiglia si lamenta, in PLA a chi cerca compromesso, in marmo a chi fa il loro gioco.

                • InformapirataOPM
                  link
                  12 years ago

                  Non ho capito niente di quello che vuoi dire: la questione dei panni sporchi (quali?), la riconsegna (di cosa?), e la questione del Canova. Puoi spiegarti meglio?