La repressione contro chi decide di intraprendere azioni di disobbedienza civile non si ferma. La Lega ha infatti presentato in Parlamento **una proposta di legge, con Claudio Borgh**i come primo firmatario, per inasprire il reato di “distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”

Borbottare contro i metodi degli attivisti è una libertà di chiunque, partecipare all’elaborazione di alternative e impegnarsi nell’azione politica è però un modo più fertile per vivere la propria eventuale critica alle scelte altrui di lotta politica nonviolenta. E se chi compie atti di disobbedienza civile se ne assume la responsabilità, sopportando anche le conseguenze ingiuste che la legge attribuisce a un’azione giusta, è anche vero che uno Stato democratico non si definisce solo per la presenza di elezioni, ma soprattutto per la maturità con cui affronta il conflitto ed elabora il dissenso.