PeDRA, o “Elaborazione dei dati personali per l’analisi dei rischi”, è un programma avviato nel 2016 come protocollo d’intesa tra Frontex e l’organismo di polizia dell’UE Europol finalizzato a scambiare dati sulla scia degli attacchi di Parigi del novembre 2015 da parte di militanti islamici e che le autorità francesi avevano collegato alla crisi dei rifugiati in Europa.
All’incontro del novembre 2021, Hervé Yves Caniard, direttore degli acquisti di #Frontex e il suo superiore Fabrice Leggeri, a capo della struttura, avevano proposto di intensificarlo notevolmente, consentendo alle guardie di frontiera di Frontex di raccogliere quelli che alcuni esperti legali hanno definito dati personali “intrusivi” da migranti e richiedenti asilo, compresi i dati genetici e l’orientamento sessuale; archiviare, analizzare e condividere tali dati con Europol e le agenzie di sicurezza degli Stati membri; e per raschiare i profili dei social media, il tutto con la premessa di reprimere la migrazione “illegale” e il terrorismo.
Oggi il programma ampliato #PeDRA prenderebbe di mira non solo le persone sospettate di crimini transfrontalieri come la tratta di esseri umani, ma anche i testimoni e le vittime.
Secondo BIRN (Balkan Investigative Reporting Network), Frontex e la Commissione europea hanno messo da parte i propri organi di vigilanza sulla protezione dei dati nel perseguire un’espansione molto criticata della raccolta di dati “intrusivi” da migranti e rifugiati per alimentare i vasti database criminali di Europol.
Scusa, ma l’espressione Euro-Minniti è troppo bella e, se permetti, te la frego (e anche se non permetti 🤣)