• Quoll
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    11 months ago

    Oddio, ma il fantastico – nel senso più ampio nel termine – ha sempre tirato fuori elementi “innovativi”, direi quasi per definizione. Non è mai stato un genere monolitico. Semmai, da noi in Italia, rifila(va)no sempre le solite traduzioni dal mondo anglosassone con serie infinite di emuli a seguire, ma questo direi sia un problema delle nostre case editrici (non tutte, mi riferisco in particolare a quelle grandi… anzi, a quella grande!), ma non certo del genere in sé stesso.

    Per quanto riguarda il termine young adult – orrido anglicismo! – e la maggior parte dei libri a cui viene appioppato (non mi riferisco a quelli di cui si parla nell’articolo, che, a parte la prima serie, non conosco)… tutto ciò mostra in maniera lampante cosa pensano le case editrici italiane dei propri lettori adolescenti. Che poi questo sia un modo per spararsi sui piedi, avvelenando il proprio stesso mercato, non credo gli sia mai venuto in mente.

    • liberoseleni@mastodon.uno
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      11 months ago

      @quoll @letterina le cose più interessanti sono difficilmente quelle che arrivano in cima alle classifiche. Gli editori italiani (soprattutto in tempi recenti) hanno pescato quasi sempre dalla cima, perdendo così le cose innovative o più complesse. Qualche piccolo editore che cerca cose buone però c’è.