In un mondo saturo di immagini diffuse in rete qualsiasi contenuto si banalizza, anche l’atrocità scontata e il contenuto significativo si atrofizza. Sul rischio dell’assuefazione alla “banalità del male” già scriveva Susan Sontag nel saggio Sulla fotografia (1977) e da allora molte cose sono cambiate (anche in peggio) e in seguito a Instagram, il fenomeno degli youtuber, Tik Tok altri social media, la potenza delle immagini sembra aver perduto l’originario potere e dimenticato la sua dimensione di ricerca spirituale.