Come da titolo, qual è il vostro metodo di studio preferito?

Io continuo a saltare di palo in frasca, e capisco essere un metodo terribile: non mi creo un metodo costante, sono persistentemente indeciso.

Ho fatto buona parte di tempo ad utilizzare strumenti digitali che permettessero di mettersi a studiare senza troppi fronzoli, come Obsidian e Logseq, in cui si scrive in markdown e non si deve litigare con l’impaginazione di ogni singolo elemento.

In altri periodi ho sentito però il bisogno di prepararmi delle cose da stampare, perché mi sembra che avere la carta sotto mano aiuti un pochino. Ma nulla mi ha soddisfatto: convertire markdown in pdf con un’impaginazione personalizzata sembra un’impresa che non posso permettermi di compiere durante le sessioni, e i file di libreoffice sparsi di qua e di la rendono il tutto veramente macchinoso, sopratutto se si è abituati ad avere tutto in un “hub” principale come i metodi sopracitati.

  • lelloba
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    10 months ago

    Per completezza riporto altri due metodi di alcuni miei compagni di università.

    • Uno si stampava le slide del prof a casa, si portava il plico a lezione e ci scriveva sopra. Metodo intelligente perché non perdi tempo a riscrivere cose standard tipo definizioni e ti consente di riportare a margine le note che i prof fanno nel corso della lezione, ovvero le cose che davvero ti servono per capire l’argomento. Contro: se il prof non ha slide/te ne condivide meno di quelle che proietta/non te le condivide prima della lezione resti a piedi.
    • Un altro si è sparato un corso di dattilografia d’estate (siamo ingegneri, ci divertiamo così) solo per imparare a scrivere in maniera velocissima, senza errori e senza guardare la tastiera. A lezione usava il PC, si apriva un Word e prendeva appunti che sembrava un mitra. I vantaggi trascendono quello che è l’obiettivo iniziale, perché poi è un’abilità che ti resta per più avanti. Svantaggi: devi prenderla sul serio con gli esercizi di dattilografia e dedicarci il giusto tempo. Secondo il mio amico ne è valsa la pena (ripeto: se l’è fatto d’estate nelle vacanze il corso, quindi non aveva altro in ballo); io ci ho provato la sera dopo il lavoro e a un certo punto ho piantato lì per noia, però vivo comunque bene anche senza.