Come Wikimedia Italia abbiamo già chiesto al governo italiano di non aggiungere restrizioni alle immagini rilasciate con licenza libera di beni in pubblico dominio sui progetti Wikimedia.

Continueremo a chiederlo, per spingere il nostro Paese ad adeguarsi agli standard internazionali di apertura e di partecipazione dei cittadini alla conservazione del proprio patrimonio culturale.

Limitare il libero utilizzo delle riproduzioni digitali del patrimonio culturale presenti su Wikipedia e sui progetti Wikimedia ai soli fini non commerciali tradisce lo spirito collaborativo con cui nascono i progetti stessi.

È inoltre una strategia fallimentare, come ormai dimostrato sia in Italia che all’estero: l’introduzione di un canone produce infatti costi gestionali aggiuntivi e non porta alcun beneficio alla maggioranza delle istituzioni culturali, ai cittadini e al Paese.

Per questo, chiediamo al Ministro della Cultura Dario Franceschini, al governo e ai parlamentari italiani di intervenire per risolvere le contraddizioni presenti nel PND. Vogliamo che le istituzioni culturali possano continuare a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, che producono solo contenuti aperti a tutti, per ogni uso.

Qui l’articolo completo

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    fedilink
    12 years ago

    @informapirata
    Finché gli operatori museali non diffidano ad esempio di Google (non è illegale coltivare la spensieratezza) per il catalogo abbiamo sì un problema culturale enorme, ma per superare il quale non dobbiamo perdere il primato che ci caratterizza. Se non sarà regolabile il traffico di copie hi-res generato dalle scansioni digitali (è pericoloso il discorso sulle scansioni3d che su quelle fotografiche), si può anche considerare come pessima la fretta nel digitalizzare il patrimonio.

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        fedilink
        12 years ago

        @informapirata
        Ok, capisco ed in parte hai ragione. Rimane però la raccomandazione di cautela per il non esser sostenibile che:
        1- la parte centrale della collezione d’arte antica di Parigi, Londra e Berlino, non siano basate su appropriazione indebita. Mentre al contrario noi, oltre ad averne parecchia di più, non la abbiamo asportata dai territori altrui e saremmo incoscienti nel perderne la gestione col passaggio al digitale.
        >

        • InformapirataOPM
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          22 years ago

          Una buona parte della roba che si trova in Italia è stata rubata. Dagli obelischi ad alcune statue greche, dalle reliquie dei Santi orientali ai manoscritti greci, dalle razzie delle Repubbliche marinare, alla paraculaggine dei Papi di ogni secolo, dal frega frega reciproco degli stati italiani preunitari alla predazione fascista in Africa (oggi restituite) e nel dodecanneso (non restituite). Siamo riusciti a fregarci della roba anche in Cina, quando siamo andati a occupare uno sputo di quartiere a Tientsin… 🤣🤣🤣

          No guarda: se facessimo un onesto bilancio, sarebbe totalmente a nostro sfavore…

          • russandro
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            fedilink
            22 years ago

            @informapirata Non ci avevo mai pensato, ma è proprio vero…😬😶🤦🏽‍♂️

            (la storia di Tientzin non la conoscevo! Pure là abbiamo fatto danni? 🤣🤣🤣)

            @sirol

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            12 years ago

            @informapirata
            Un conto è il far giustizia dei furboni avidi e di una bellezza impropria che, svanita nel medievo e 900, si riflette non solo nel nostro design, infatti ci s’impalla sul software altrui. Altro è l’equiparare l’archeologia sul territorio italiano a quella sull’europeo.
            Se dove ogni nazione condivide 5 noi ne mettiamo 5000, pezzi più raffinati di una cultura materiale in estinzione anche per il digitale oltre alla TV, improbabile che considerandoci alla pari saranno più i vantaggi.

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          fedilink
          12 years ago

          @informapirata
          >
          2- se il materiale lo distruggi, quindi ci sarebbe questo servizio che lo salva mettendolo in mano a tutti, potrebbe essere un terrorismo col quale levar tutto a chi lo possiede.
          3- abbiamo divulgato il pensiero di un autore, solo ce ne siamo fregati (per questioni di buisness, seppur coperto da libera ricerca) del fatto che aveva previsto un preciso numero di copie (da fine 800 si sono confrontati con questa possibilità e l’hanno sfruttata con un preciso intento).