L’AGCOM, l’autorità italiana di vigilanza sulle telecomunicazioni, si è assunta l’incarico di attuare uno dei più grandi programmi di blocco della pirateria che Internet abbia mai visto. L’organizzazione difende strenuamente i suoi sforzi di blocco degli indirizzi IP e ha piena fiducia nelle sue competenze tecniche. Curiosamente, però, il nome di dominio dell’AGCOM è solo parzialmente funzionante, poiché richiede esplicitamente un sottodominio www.
Nei mesi scorsi abbiamo riferito dell’introduzione del regime di blocco italiano e del sistema Piracy Shield, che opera sotto l’egida dell’AGCOM, l’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni. L’AGCOM emette gli ordini di blocco degli indirizzi IP dei siti interessati e, fin dall’inizio, ha risposto alle critiche affermando che il sistema “funziona perfettamente”.
A parte i voti alti, gli Internet provider e gli specialisti di rete hanno dipinto un quadro diverso. Hanno notato diversi esempi di blocco eccessivo e non solo di piccola entità. In risposta a un ordine, agli ISP è stato richiesto di bloccare un indirizzo IP appartenente al provider di infrastrutture Internet Cloudflare, che avrebbe reso irraggiungibili migliaia di siti web in tutta Italia.
Ho dato un’occhiata ai name server
Interbusiness? Esiste ancora? L’ultima volta che l’ho sentito nominare è oltre due decenni fa, pessima esperienza
Non è stato rinominato in qualche cos’altro dalla TIM tipo 15-20 anni fa?