I contenuti generati dall’AI - definiti slop - stanno praticamente pervadendo il web e social, da Facebook a LinkedIn.
Studi mostrano che più della metà dei post lunghi su LinkedIn è generata da AI! Che su Facebook i feed sono invasi da contenuti AI, incluse immagini di Gesù fatto di gamberi.
Questa tendenza fa parte di un fenomeno più grande, noto come enshittification dei servizi online. Si stanno progressivamente sommergendo i contenuti autentici creati dalle persone con una miriade di materiali artificiali.
Come spesso accade, le piattaforme sembrano più interessate ai guadagni che a risolvere questo problema.
@informapirata @aitech Prima o poi qualcun* si dimenticherà di cancellare il “Se hai un tema specifico in mente, fammelo sapere!” in calce.
Attendo con pazienza il primo wannabe influencer dei miei stivali al varco.@informapirata
E poi ci sono io che blocco istantaneamente tutti i canali e le pagine che pubblicano contenuti scritti dall’AI, inclusi (soprattutto) i post fuffa su LinkedIn.
@aitech@informapirata @aitech Generatori di testi - tu non sai quanti canali anche YouTube trovo pieni di contenuti fatti male e voci elettroniche non curate. Podcast automatizzati messi lì (anch’io sto preparando un podcast con le voci ma la mia passione per il tts dura da 35 anni e so lavorarci!) Non fanno più editing audio né revisione dei testi, si illudono che basti generare e caricare per ottenere un video, un podcast, un album di foto. Le pubblicità dopo non aiutano, perché trovi aziende che ti vendono il tool per bloggare in automatico, quello per scrivere addirittura libri in automatico, così uno fa soldi restando lì a grattarsi la pancia e produrre cacca (nel vero senso della parola). E a me viene la rabbia forte, perché ho proprio visto più volte che questi strumenti se usati INSIEME alla propria creatività, possono aiutare sensibilmente nel lavoro.