Il governo italiano del premier Giorgia Meloni deve ancora decidere se rinnovare il memorandum d’intesa (MoU) tra Roma e Pechino che scadrà il prossimo anno.

Prima di essere eletta, la Meloni era nota per essere ostile nei confronti della Cina, definendo addirittura un “grosso errore” l’accordo di Conte con la Cina. Come primo ministro, tuttavia, sembra essere più cauta nel prendere una posizione chiara.

Nel 2019 l’ex governo di Giuseppe Conte ha firmato il MOU con la Cina. Da allora l’Italia è entrata a far parte del gruppo di paesi partner della Cina nel progetto Belt and Road Initiative (BRI), noto come la “nuova Via della Seta”, rendendola uno dei primi, che ora conta 18, Stati membri dell’UE ad aderire.

L’intesa, valida fino a marzo 2024, mira a rafforzare i rapporti politici e commerciali tra Roma e Pechino e prevede decine di accordi tra istituzioni e imprese. Per il recesso è richiesto un preavviso scritto di almeno tre mesi, mentre il rinnovo è automatico per altri cinque anni.

L’articolo completo di Federica Pascale è su Euractiv