DuckDuckGo è il noto motore di ricerca (e anche browser) che punta tutto su anonimato e privacy, da sempre molto apprezzato dagli utenti come alternativa meno invadente a Google Chrome o altri browser. Ultimamente, però, a causa di un accordo con Microsoft, il browser ha iniziato a consentire l’uso dei tracker del Colosso di Redmond su siti di terze parti.

In sostanza, la pubblicità di Microsoft può tracciare l’indirizzo IP degli utenti e questo non è stato accolto molto positivamente dalla community. Certo, DuckDuckGo continua a non memorizzare alcun identificatore personale nelle query di ricerca, ma resta il fatto che l’uso di tracker è una novità sul browser ed è anche un po’ un controsenso, considerata la natura incentrata sulla privacy del software

Affidandosi a Twitter, il ricercatore di sicurezza ha condiviso i risultati di un audit di sicurezza condotto proprio sul browser, evidenziando il blocco dei tracker di Google e Facebook, da un lato, e il funzionamento dei tracker Microsoft dall’altro. Inoltre, pare che DuckDuckGo consenta anche i tracker relativi ai domini bing.com (il motore di ricerca di Microsoft) e linkedin.com (il popolare social network dedicato al mondo del lavoro e delle professioni).

Il CEO di DuckDuckGo Gabriel Weinberg ha risposto al post di Edwards, confermando che l’autorizzazione dei tracker Microsoft è intenzionale e che deriva da un accordo siglato con il Colosso di Redmond.

Un aspetto controverso, soprattutto considerando che da sempre DuckDuckGo si promuove come browser anonimo e rispettoso della privacy (entro i limiti della ragionevolezza) e, sebbene Weinberg abbia sottolineato che la restrizione riguarda solo il browser e non il motore di ricerca dell’azienda, resta il fatto che non c’è stata molta trasparenza riguardo l’uso dei tracker Microsoft. L’azienda, in ogni caso, ha promesso di rivedere la gestione dei tracker Microsoft e di modificare le descrizioni negli app store per comunicare in modo più chiaro la collaborazione con il gigante tecnologico.

  • rifab@sopuli.xyz
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    2 years ago

    Purtroppo tutte le realtà alternative si scontrano con il problema di dover fare almeno il minimo di profitti per stare in piedi. Non so se esista una soluzione a questo problema. Anche Qwant, che per alcuni aspetti preferisco, ha gli annunci di Bing, quindi immagino che abbia lo stesso problema…

    • skarikoMA
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      ·
      2 years ago

      Anche io credo che il problema principale sia non tanto il sostentarsi ma il dover fare necessariamente profitti.

      Anche per questo Kagi può essere un’interessante alternativa anche se non utilizza e non so se mai utilizzerà un proprio crawler (altro punto fondamentale).

      • rifab@sopuli.xyz
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        ·
        2 years ago

        Non lo conoscevo, grazie dell’informazione.

        Ho dato un’occhiata, ma a quanto ho capito usa i risultati di Google, e offre un’esperienza personalizzata: questo non mi piace. Sinceramente preferisco vedere la pubblicità, piuttosto che sapere che conserva i miei dati e li usa (perché non c’è un altro metodo di dare un’esperienza personalizzata). E devo pure pagare?

        Forse la soluzione è ritornare alle directory e/o trovare le informazioni su Reddit, sperando che Lemmy abbia presto un efficiente sistema di ricerca federato.

        E comunque in italiano Kagi suona un po’ male… 😅️

    • skarikoMA
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      ·
      2 years ago

      Avevo visto giusto ieri, dunque la cosa sembra più circoscritta di quanto si poteva pensare.

      Tuttavia credo rimanga l’amaro in bocca per le solite cose: poco dialogo e poca trasparenza: perché non è stato detto prima ma hanno dovuto aspettare che un ricercatore facesse certe affermazioni per poi affrettarsi a smentirle? Questa collaborazione con Microsoft continua ad essere poco trasparente. Porterà pure degli indubbi vantaggi economici a DuckDuckGo ma non ci sta facendo proprio un figurone.

      • Whysofurious
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        2 years ago

        Si concordo con te, sarebbe stato molto meglio mettere in chiaro le cose fal principio, invece di ritrovarsi a copia-incollare lo stesso commento su tutti maggiori social in cui si parla della questione. Non so se pensavano che, essendo cose un po’ più tecniche, non valesse la pena spiegarle. Tuttavia si, un passo falso che ha sicuramente un po’ danneggiato l’immagine di ddg.