Imparare bene cosa fa e come si comporta un lupo, per non gridare ‘al lupo al lupo’. Esempio: se lo si avvista, il consiglio è “restare in silenzio e osservare senza interferire e non tentare di avvicinarsi”. Sarà o sembrerà anche ovvio, ma quanto sia “fondamentale la conoscenza” di questo animale e di come agire quando lo si incrocia, lo si è ribadito oggi nell’incontro a Modena promosso dalla Polizia provinciale con il titolo “lupo in pianura, l’ultima frontiera”.
Del resto, infatti, non è più impossibile ritrovarselo vicino a casa: come hanno spiegato Luigi Molinari, collaboratore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Sonia Braghiroli, funzionaria dell’Ufficio caccia e pesca della Regione, il lupo nelle province emiliane, “ormai da tempo, ha ricolonizzato aree abbondantemente modificate dalla presenza umana come la pianura, una delle zone meno boscose d’Europa e con densità abitativa più alta. E’ un animale estremamente adattabile e, in questi contesti, ha imparato a sfruttare diversi tipi di risorse alimentari e a selezionare le poche aree di rifugio disponibili”.
E dunque è utile “comprendere a fondo il comportamento del lupo per poter agire in modo efficace in caso di avvistamenti o segnalazioni nel territorio urbanizzato, con particolare attenzione alla sua presenza nelle zone limitrofe a quelle abitate dall’uomo, anche alla luce dei recenti casi in provincia di Modena”, si spiega dalla Provincia di Modena che, per l’incontro di oggi, ha chiamato a raccolta Carabinieri Forestali, operatori dell’Ufficio caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, del centro faunistico Pettirosso, veterinari dell’Ausl di Modena, dell’Istituto zooprofilattico di Modena , dell’Ente Parchi dell’Emilia centrale e esponenti della Polizia metropolitana di Bologna. Fondamentali per la comprensione del fenomeno sono i dati acquisiti dai collari satellitari applicati ai Lupi dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.