Un’idea che nasce per risolvere problemi di connettività nelle zone disagiate, potrebbe diventare una soluzione per quei manifestanti che durante le proteste vengono privati di connettività? La nostra risposta è che la cosa ci è piaciuta moltissimo 😅
IL PROGETTO
ll progetto nasce per sviluppare un sistema di comunicazione aggiuntivo interfacciabile con il cellulare al fine di consentire comunicazioni in zone non provviste di copertura e\o mezzi di comunicazione “classici”: come wi-fi, 3G, 4G e linea telefonica.
La soluzione si è sviluppata grazie all’analisi dell’emergente tecnologia dell’IoT (Internet of Things) e dall’idea di applicare tale tecnologia per creare un network a basso costo tra cellullari, come quello dei radioamatori, per consentire le comunicazioni tra dispositivi nelle zone non provviste della classica copertura telefonica.
IN COSA CONSISTE
Il progetto costituisce un’alternativa alla telefonia classica, fornendo una nuova possibilità di comunicazione vocale e testuale a corto raggio tra smartphones.
Questo è reso possibile dallo sviluppo di appositi moduli in grado di trasmettere e ricevere voce e testo, che si interfacciano con il cellulare attraverso un’applicazione, dotata di un’interfaccia grafica intuitiva e di facile utilizzo.
PROGETTAZIONE E SPECIFICHE TECNICHE
Visione generale e ambito operativo
Il progetto si propone l’obiettivo di permettere la comunicazione tra 2 dispositivi Android in zone senza copertura, tramite una comunicazione radio diretta. Si tratta di una soluzione che non richiede alcun abbonamento o scheda SIM per funzionare. Grazie alle applicazioni che si interfacciano con questa tecnologia sarà possibile effettuare chiamate o inviare messaggi ad altri dispositivi entro un ampio raggio d’azione.
La comunicazione avviene in stile “chiamata vocale”, quindi il microfono e le casse dei dispositivi Android fanno parte dell’ambiente operativo. È stato implementato inoltre un protocollo di messaggistica istantanea.
Il sistema progettato risolve problemi di scarsa copertura, ad esempio in zone di mare aperto, campagna e montagna. Il sistema, inoltre, permette un’ampia modularità, quindi anche una futura implementazione di sistema aggiuntivi, come ad esempio un sistema basato su GPS che manda la posizione con una richiesta di aiuto in caso di emergenza.
Obiettivi e ambienti di sviluppo
Il prototipo finale deve avere requisiti fondamentali:
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Basso consumo energetico;
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Dimensione ridotte;
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Elevata semplicità di utilizzo;
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Basso costo;
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Ampio raggio di azione.
È stato utilizzato per l’hardware un microprocessore ATMEGA328P e quindi la famiglia di Hardware Arduino.
Quindi è stato necessario sviluppare due tipi di software:
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Codice per programmare l’hardware Arduino (linguaggio basato su C++)
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App in grado di far interagire l’hardware Arduino con quello dei dispositivi Android.
Link:
@piratepost @lealternative LO VOGLIOOOOO!!! 😍🤩😍🤩
@outlook sì ma se vuoi averlo devi aspettare ancora un po’, quindi, se vuoi che passi Babbo Natale, niente capricci e fai il bravo! 😅
Per completezza… (l’immagine caricata da mastodon non si vedeva qui su feddit… 😞)
@piratepost come funziona? già si può usare? è legale?
@treleonora sì, l’accrocco è bruttarello 😅 ma è perfettamente funzionante. Naturalmente è ancora un prototipo e non si può ancora distribuire, ma il prodotto c’è e la cosa bella è che teoricamente in futuro ognuno dopo aver installato il software, potrebbe decidere se comprare il kit ingegnerizzato oppure se costruirselo da solo
Mi ricorda la prima versione del progetto Serval
che poi a rileggere meglio assomiglia negli scopi ma non nell’escuzione. La prima versione di Serval utilizzava il wifi del dispositivo Android per creare reti mesh con altri dispositivi che stavano eseguendo l’applicazione. Qui mi pare di capire che c’è dell’hardware radio esterno. Interessante.
@fabrixxm esattamente. Grazie al box esterno, la portata dei disppositivi può raggiungere i 5 km in linea, ma potendo creare una rete di ponti radio…
@piratepost fantastico 😍
@piratepost per completezza…
Per completezza su lemmur l’immagine è grande come un francobollo.
Ma che radio usa? WiFi o LTE? E avete visto il progetto Ukama oppure l’LTE-U ?
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Sì, ukama ha bisogno della sua SIM.
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Un tablet ? Quindi trasmette in BT o WiFi. Ukama spara a 1 km, è a un’altrao livello. E se loro possono distribuire SIM senza fare bandi di gara milionari, credo possa distribuirle quasi chiunque. Sembra impossibile che esista questo progetto, forse sta per finire il mondo gonfiato a forza degli operatori mobili come lo conosciamo oggi. Qualcuno si è rotto finalmente il ca**o.
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