Tramonta il sogno del posto fisso, oggi i ragazzi preferiscono sacrificare carriera e stipendio in cambio di più tempo libero

Il lavoro è da onorare, celebrare, ma anche da conquistare e rivendicare secondo la propria sensibilità. Sì perché lavorare non per tutti significa la stessa cosa, da tempo anzi ha smesso di coincidere con la semplice occupazione in cui identificarsi totalmente, quasi fondersi. I ragazzi di oggi sono sempre più alla ricerca, da una parte, di un senso che valorizzi il loro ruolo in azienda, ma, dall’altra, anche di passioni e aspirazioni esterne e del tempo sufficiente per poterle assecondare. Non è un caso allora che persino in Italia, il Paese che per decenni ha basato le proprie politiche del lavoro sull’articolo 18, due occupati su tre vogliano cambiare, segno che i fenomeni della Great Resignation e del quiet quitting sono arrivati anche da noi. … continua a leggere

  • banana_meccanica
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    10 months ago

    Io non ci credo alla stronzata che i vecchi ti raccontano parlando dei loro sacrifici. Tutta goliardia e disperazione nel dare a momenti infelici una sorta di onore. Perché se dopo aver lavorato trent’anni della tua vita ti accorgi che il tuo lavoro non è contato un cazzo e i soldi che hai guadagnato non ti hanno reso libero, difficilmente sarai umile da ammerterlo e si preferirà fare la predica come i preti per sopprimere la tristezza infinita di una vita spesa in modo vuoto e triste.