Come amministratore di alcuni canali telegram e di diverse istanze friendica, lemmy e mastodon, ma soprattutto moderatore di una delle istanze mastodon più attive al mondo, dispongo sicuramente di un punto di vista privilegiato che mi consente di osservare alcuni fenomeni ai quali non avrei probabilmente rivolto la mia attenzione se non fossi stato costretto.
Sono sempre stato interessato alla disinformazione e trovo che le “notizie infondate” siano uno dei fenomeni più interessanti da studiare non solo dal punto di vista epistemologico ma anche da quello evoluzionistico.
Sono anche un sostenitore della libertà di opinione e credo che debba essere garantito a chiunque il diritto di esprimere opinioni, anche quando queste sono opinioni sbagliate.
Purtroppo o per fortuna, così come non è possibile equiparare le opinioni all’informazione, è altrettanto difficile capire quando le opinioni sbagliate possono diventare disinformazione.
Al di là di questo, è proprio da un punto di vista qualitativo che non è facile individuare la disinformazione, anche perché la disinformazione non è semplicemente diffusione di notizie false, così come la diffusione di notizie false non basta a realizzare disinformazione: la disinformazione infatti può avere molteplici forme, ma diventa disinformazione solo quando è l’effetto di un progetto comunicativo di carattere propagandistico.
Sfortunatamente risalire a questo progetto non è facile: si possono riconoscere alcuni schemi e alcune strutture ricorrenti, ma è pressoché impossibile trovare la pistola fumante che ha sparato quel progetto disinformativo, anche a causa del fatto che una buona parte di chi partecipa all’esperimento sociale della disinformazione, spesso non è consapevole di farne parte, o perché semplicemente non dispone di adeguati strumenti cognitivi/culturali o perché troppo distratto nell’utilizzare quella che non vede come disinformazione quanto piuttosto come una provvidenziale clava per imporre il proprio punto di vista.
Tornando alla questione moderazione, l’istanza i cui sopra vieta categoricamente la disinformazione e questa regola viene quotidianamente messa alla prova dagli effetti di avvelenamento ambientale dovuti all’invasione russa dell’Ucraina.
Come diceva il politico e diplomatico britannico Philip Snowden “Truth, is the first casualty of war.” e infatti ci siamo resi subito conto di come la disinformazione non costituisca certo un monopolio naturale russo, ma anche gli stessi giornalisti nostrani e, in generale quelli di area NATO, si sono prestati a far circolare notizie non confermate solo perché erano strumentali alla narrazione antirussa.
Rilanciare la notizia non confermata per cui un missile russo ha colpito la Polonia è disinformazione? Ovviamente sì. Ma, sebbene non si debba mai essere troppo fiduciosi nei cosiddetti anticorpi del “quarto potere”, bisogna essere onesti e ammettere che la “disinformazione antirussa” è un fenomeno che la stampa “occidentale” è riuscita finora a contenere piuttosto bene.
Diverso è l’impatto della “disinformazione filorussa”, una disinformazione apparentemente più ingenua, a volte dozzinale, spesso iperbolica, improntata al vittimismo dell’aggressore e alla criminalizzazione dell’aggredito; eppure una disinformazione continua, che nasce palesemente a Mosca, ma che per lìultimo miglio si avvale sia di alcuni personaggi alquanto improbabili sia da personalità che invece trasmettono autorevolezza, diciamo personaggi che godono di un riconoscimento ingiustificatamente A-M-P-I-O…
Ma quando, insieme a tutti gli altri moderatori, si deve prendere una decisione su un contenuto problematico, diventa necessario muoversi con circospezione. Lo diventa tanto più a causa del fatto che c’è ormai una sempre più diffusa ipersensibilità del pubblico nei confronti di ogni critica verso l’Ucraina, l’Europa, gli USA o la NATO, e purtroppo il conformismo, il volersi sentire sempre dalla parte giusta può portare ad avvelenare il dibattito in maniera uguale e contraria rispetto a quanto non lo faccia già la “disinformazione russa”… Sia chiaro: questa ipersensibilità non fa bene al dibattito. Non si può stare ogni volta con il dito sul grilletto in attesa che passi in timeline il sospetto contenuto filorusso!
Spesso infatti ci siamo dovuti confrontare sulla necessità di intervenire o meno a fronte, non tanto di questioni verificabili, ma di opinioni discutibili. Zelensky è un figlio di p***? La NATO ha provocato la Russia? Armare l’Ucraina è più pericoloso che non farlo? I filonazisti combattono per Kiev? Le sanzioni alla Russia non funzionano?
Alcune di queste opinioni sono solo ineleganti, altre non hanno alcuna valenza informativa, altre sono generalizzazioni indebite, altre infine sono questioni ancora dibattute. Ma sono disinformazione?
Ebbene, in casi del genere quello che più conta è la cornice. Ogni decisione viene presa in base a un’analisi dello scenario complessivo. I provvedimenti di moderazione vengono presi sempre in base al contenuto del messaggio e non in base a chi sia l’utente, ma nel caso della disinformazione di guerra il contenuto non è il solo messaggio segnalato, bensì è l’appartenenza di quel messaggio a uno schema già utilizzato in altri media e altri social.
Personalmente consiglio agli utenti del fediverso di astenersi dal riproporre non solo le fake news vere e proprie, ma anche i meme, gli epiteti, gli schemi prodotti nelle fucine di Santa Madre Russia (come fare per riconoscerne la provenienza? Beh se provate l’insopprimibile tentazione di rilanciare quel dato contenuto contro l’Ucraina, beh… al 90% vedrete che sotto sotto c’è l’etichetta Сделано в России)…
Lo consiglio per diversi motivi:
- molto probabilmente il vostro messaggio verrà eliminato, ma se i messaggi animati da spirito di evangelizzazione molesta dovessero essere più di uno, potreste essere anche sospesi
- se non vi sospendiamo (o se non lo facciamo abbastanza in fretta), sappiate non ci fate una bella figura. Veramente! Non tanto perché sembrate dei collaborazionisti, ma perché sembrate dei collaborazionisti che non si rendono conto di esserlo…
- non serve a molto imbastire comizi antiucraini su mastodon: in tutto il mastodon italiano siamo solo qualche decina di migliaia di persone… se andate su un singolo gruppo Facebook ne trovate di più! Non siete su Facebook? E che cosa state aspettando? Forza! Вне!
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@Ele_Baron ogni tanto i filtri devono pure far passare qualcosa, altrimenti ci si dimentica di come è fuori… 😀
@informapirata @Zazie @ThinkingRaven
@ThinkingRaven sì, un antiamericanismo cieco e spesso decontestualizzato e basato su elementi fasulli… perché vedi, io non ho nulla contro l’antiamericanismo, 😅 anche perché bisogna ammettere che gli USA sono spesso i primi responsabili del sentimento diffuso contro Washington in tutto il mondo. Anche negli stessi USA…
Il fatto è che non è possibile -come dire: non è onorevole!- fare pelo e contropelo contro la disinformazione statunitense e poi abboccare alle peggiori assurdità russe solo perché sono contro gli USA. Si può legittimamente avere un’opinione negativa nei confronti degli USA, della NATO o della stessa classe dirigente Ucraina, in base a una visione pacifista e antimilitarista. E infatti esistono tante persone che portano avanti le proprie convinzioni con coerenza.
Ma poi ti ritrovi quelli che criticano la politica militarista degli USA e poi si rallegrano per ogni battaglia vinta (per davvero o per finta, poi non importa…) dall’esercito russo… una cosa penosa, soprattutto quando ti accorgi che a ragionare così sono persone che qualche tempo fa non sembravano così radicalizzate!
@informapirata @Zazie
@informapirata@poliverso.org @informapirata @Zazie difatti sul birdsite ho assistito con enorme sgomento alle affermazioni di sedicenti antifascisti schierarsi con una dittatura che ha causato eccidi di massa in ucraina e incolpando la nato e gli usa.
Poi mi sono adattato e ho agito di conseguenza
@ThinkingRaven @informapirata@poliverso.org @informapirata
All’inizio io ci discutevo proprio perché non capivo come potessero negare Bucha!
Poi ho capito che è tempo perso e proprio come i novax li blocco, perché rispondergli fa solo eco alle loro fake news.
@Zazie eh eh… negare Bucha è un segno distintivo. Per carità, un utente che non si interessa di Russia può anche pubblicare un messaggio in cui nega la strage. Ci sta. Lo fai una volta e l’ignoranza non è una colpa, quanto piuttosto una pena…
Ma se sei un utente che rilancia spesso notizie dall’est o dal fronte russo, allora non c’è più alcun dubbio: a quel punto, consapevole o meno, sei uno strumento proattivo di disinformazione
@informapirata @ThinkingRaven
@Zazie @ThinkingRaven @informapirata@poliverso.org @informapirata non ho Twitter e ho ancora fb solo per il mio gruppo di bassisti, ma è da un pezzo che non frequentavo più gruppi o giornali pieni di sta gente, ho di meglio da fare che discutere con loro
@ThinkingRaven tu dici che non sia dimostrabile, ma riguardo agli eventi geopolitici le interconnessioni sono così tante che puoi individuare cause, prodromi e pretesti diversi semplicemente modificando i criteri di analisi e le definizioni.
Il punto è che dibattere sulla questione all’interno di un aula universitaria (o in un summit diplomatico) ha decisamente senso. Farlo in un social network, ripetendo gli stessi schemi triti già diffusi da sputnik, è quantomeno ingenuo ma soprattutto è un comportamento che si configura palesemente come disinformazione militante…
@informapirata Proprio perché utilizzano gli stessi schemi è un fatto meritevole di discussione, per comprendere come certe menti riescano ad essere state scollegate dalla realtà e rese incapaci non solo di ricollegarcisi ma anche di analizzarla nel complesso.
Ricordiamo che la russia ha scatenato dalla caduta dell’URSS diversi conflitti e nessuno di quelli ha a che fare con la NATO.
@ThinkingRaven @informapirata
Anche io credo che una discussione su certi schemi possa solo migliorare il dibattito social, anche perché noto che sono gli stessi utilizzati dai complottisti QAnon e dai MAGA in USA e dai novax qui da noi.
E non è un caso che stiano tutti dalla stessa parte…
@ThinkingRaven
So o sui social da poco più di un anno ma vedo come se fosse un unico “movimento” che segue 1 schema preciso e che aumenta sempre di più, cavalcando il malcontento generale e facendo leva proprio sull’ignoranza e una certa paranoia come faceva notare @informapirata nel suo post.
Per questo mi preoccupa non poco la disinformazione militante.
Temo come verranno manipolati ancor di più queste persone.
(l’assurdo assalto a Capitol Hill è stato un esempio)
@informapirata @ThinkingRaven @Zazie in merito a questo argomento leggi “brigate russe” di Marta Ottaviani. Quello che hai percepito lei lo spiega molto bene. La disinformazione è usata come una vera e propria arma ai nostri danni e ce ne stiamo accorgendo solamente ora.
@rickyc86 Quest’estate ho letto l’ottimo saggio di WuMing1:
Q come Qomplotto, proprio perché volevo capire questo nuovo mondo che ho scoperto sui social. Analizza in termini storici, sociologici ma anche psicologici questi movimenti (e menti fragili) che vengono usati da chi ci guadagna in potere e denaro.
L’uso degli schemi propagandastici e fake news per intontire le masse non è più esclusiva delle autarchie e dittature, ahimè.
Dobbiamo stare attenti.
Tutti.
@Zazie @ThinkingRaven @informapirata La parola d’ordine è: “non abbassare la guardia”.🙏