L’addomesticamento degli utenti Whatsapp e le soluzioni per uscire dai giardini recintati di internet su noblogo:
Per chi non lo conoscesse, WhatsApp è uno strumento che rende facile e comodo aiutare #Facebook a portare avanti la sua missione principale: ottimizzare e vendere all’asta il comportamento umano (conosciuto comunemente come “pubblicità mirata”). Inizialmente ha convinto le persone ad acconsentire a ciò permettendo loro di scambiarsi messaggi di testo su Internet, cosa che era già possibile fare, e combinando un’interfaccia utente facile da apprendere con un marketing di successo. Si è poi esteso a funzioni come le chiamate audio e video gratuite. Le audiochiamate l’hanno aiutato a crescere fino a diventare la piattaforma di comunicazione de facto in molte regioni. Sono sbalordito dalla sua ubiquità ogni volta che visito la mia famiglia: vengo spesso accolto da sguardi quando ricordo loro che non uso WhatsApp.
A questo articolo c’è il seguito su hedgedoc:
Teniamo aperte le piattaforme com Matrix, Element, XMPP
Per definizione, non esistono soluzioni facili a problemi difficili. La semplice scelta (o creazione) di una piattaforma che eviti l’addomesticamento degli utenti non è sufficiente se tale piattaforma può cambiare. Il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza: oltre a stabilirci sulla piattaforma giusta, dobbiamo assicurarci che rispetti i suoi utenti sia nel presente che nel futuro. Mantenere una piattaforma libera e open source è più diretto[1] che mantenerla “aperta”.
WhatsApp è nata nel 2009 per iPhone solo più tardi nel 2014 è stata acquistata da facebook fuck quando molte funzionalità di messaggistica erano già presenti. Fino al 2016 era a pagamento. Nel 2017 il cofondatore di WhatsApp, Brian Acton, ha lasciato l’azienda per avviare una organizzazione no-profit, la Signal Foundation