È ormai tempo che Meta si assuma le proprie responsabilità e fornisca un rimedio efficace al popolo Rohingya del Myanmar. È riprovevole che Meta si rifiuti ancora di riparare ai danni a cui ha contribuito, nonostante le prove schiaccianti che l’azienda ha svolto un ruolo chiave nella pulizia etnica del 2017.
I Rohingya sono stati uccisi, torturati, violentati e sfollati a migliaia nell’ambito della campagna di pulizia etnica delle forze di sicurezza del Myanmar. Nei mesi e negli anni precedenti alle atrocità, gli algoritmi di Facebook hanno intensificato una tempesta di odio contro i Rohingya, che ha contribuito alla violenza di massa offline.
È vergognoso che il consiglio di amministrazione di Meta abbia raccomandato agli azionisti di respingere le proposte volte a migliorare il controllo dei diritti umani e la trasparenza dell’azienda. Chiediamo agli azionisti di Meta di opporsi a queste raccomandazioni e di fare la loro parte per garantire la protezione degli individui e delle comunità di tutto il mondo che continuano a essere a rischio a causa delle pratiche commerciali sconsiderate di Meta.