Una ricerca commissionata da skuola.net su 2500 giovani italiani mostra un quadro desolante: fruire di contenuti pirata e acquistare prodotti falsi è diventata un’abitudine.

Giovani pirati crescono. Una ricerca condotta su un campione di 2500 ragazzi italiani tra gli 11 e i 25 anni ci mette davanti ad una triste realtà: le violazioni della proprietà intellettuale sono ormai radicate nella società e diventano sempre più difficili da estirpare.

La ricerca è stata commissionata dall’Ufficio UE per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), ma il campione preso in esame è decisamente corposo e può essere quindi preso come riferimento. Cosa emerge?

Che 2 ragazzi su 3 guardano film, serie tv o sport tramite siti “pirata” in streaming. Nei casi in cui i genitori sono titolari di un abbonamento pagato ad un servizio di streaming, un giovane su due conti condivide fuori dal nucleo famigliare le password dei servizi ad amici e conoscenti, scambiandole con altre password.

Non solo: sta aumentando l’uso di applicazioni e programmi “craccati” per evitare di pagare abbonamenti, soprattutto client alternativi di YouTube che permettono di non sottoscrivere l’abbonamento a YouTube Premium e versioni craccate di Spotify per ascoltare la musica senza le limitazioni del piano gratis. Sono 3 su 10 i ragazzi che usano le app craccate, ma è lecito pensare che questa percentuale sarebbe ben più alta se sull’iPhone fosse possibile caricare app in sideload.

  • Hamster42
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    3
    ·
    9 months ago

    giovani non credono più nel Copyright

    C’è qualche generazione che ci ha mai creduto? Negli anni 80 c’erano le musicassette al mercato e i giochi pirata del c64 in edicola, negli anni 90 i giochi copiati della PS1 e le VHS coi camrip erano di fianco agli occhiali tarocchi dai venditori abusivi in metro

    • skarikoA
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      3
      ·
      9 months ago

      Ah no figurati, per questo non mi era troppo chiaro il tono increscioso dell’articolo su quanto sia brutto il fatto che i giovani usino la pirateria!

      Quando ero un giovinotto io a Milano c’era un negozio che si chiamava Troni Games (vado totalmente a memoria ma secondo me era in zona piazza Carlo Erba/Pascoli o giù di lì) che letteralmente vendeva solo ed esclusivamente giochi pirati. Era un negozio vero cioè con vetrina e affaccio su strada, tu andavi lì e lui aveva il catalogo e un computer sempre acceso con il mitico X-Copy e ti duplicava i giochi che volevi sul momento. Non solo, visto che i giochi poi si erano premuniti contro la pirateria con i “codici da inserire” presenti sul manuale di istruzioni originale lui ti dava pure la fotocopia del manuale 😅

      Insomma totalmente altri tempi e impensabile al giorno d’oggi ma era giusto per dire che sì ecco, non è che sia un problema generazionale la pirateria sempre che di problema si possa parlare ovviamente.