«La stagione degli sport invernali, così come la conosciamo e continuiamo a immaginarla, non ha futuro. Bisogna prenderne atto. E agire di conseguenza. Già adesso, il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato; i costi per le imprese sono uguali se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo. E non inganni nemmeno il risveglio di interesse che pare esserci per il turismo invernale....
Fino a 10 anni fa andavo a sciare quasi 50 giorni l’anno. Non sono certo contento di aver dovuto quasi abbandonare una delle mie attività preferite ma la realta dei fatti è evidente
Sarebbe da prendere atto che certi posti sono morti e a quel punto dare sovvenzioni solo a chi ha dei progetti a 12 mesi. Puntare soprattutto al settore estivo e per quei due mesi in cui c’è neve si punta agli sci alpinisti e ciaspolatori. Chi vuole fare la settimana bianca tanto già adesso va a courma, Livigno o sulle Dolomiti