Da metà febbraio i leader politici dei Paesi occidentali hanno sollevato sempre più la possibilità di un intervento militare palese nella guerra russo-ucraina attraverso l’invio di contingenti di forze di terra, sollevando preoccupazioni sia in Russia che in Occidente riguardo alla possibilità di un’escalation in un conflitto più ampio tra Mosca e il blocco occidentale. Il 26 febbraio il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che il suo governo “farà tutto il necessario per evitare che la Russia vinca questa guerra” e che non è escluso il dispiegamento di forze di terra. In quell’occasione ha sottolineato che, così come altri Stati europei avevano escluso la fornitura di mezzi come missili da crociera e aerei da combattimento all’Ucraina, salvo poi modificare le loro posizioni, allo stesso modo riteneva altamente possibile che avrebbero riconsiderato un dispiegamento di forze di terra nel Paese. Questa dichiarazione fa seguito alle gravi battute d’arresto dell’Ucraina e alla continua perdita di territorio, mentre le capacità di combattimento del Paese si riducono rapidamente.
L’autorevole quotidiano francese Le Monde ha poi riferito che le missioni di dispiegamento delle forze di terra in corso di valutazione potrebbero comportare il sostegno alle reti di difesa aerea ucraine, anche se il loro ruolo più importante sarebbe quello di imporre “dilemmi strategici” a Mosca. Potrebbero includere sia “unità convenzionali” che forze speciali, agendo come efficaci “scudi politici” per gli obiettivi ucraini. Il rapporto ha sottolineato che questo potrebbe essere fondamentale per proteggere obiettivi sensibili legati all’imminente consegna di caccia F-16 al Paese. Un rapporto separato di Le Monde ha poi evidenziato che il governo francese ha iniziato a considerare le opzioni per il dispiegamento di forze di terra in Ucraina a partire dal giugno 2023. La possibilità di lanciare un intervento di questo tipo è stata sollevata durante una riunione del Consiglio di Difesa all’Eliseo lo stesso mese, in stretta coincidenza con l’inizio di offensive ucraine di massa contro le posizioni russe.
In seguito alle notizie di possibili dispiegamenti francesi, il 29 febbraio il primo ministro estone Kaja Kallas ha sottolineato che “dovremmo avere tutte le opzioni sul tavolo. Cosa possiamo fare di più per aiutare davvero l’Ucraina a vincere?”. Successivamente, il 14 marzo, ha dichiarato di non poter garantire al Parlamento che non saranno dispiegati contingenti di forze di terra in Ucraina, sottolineando che “le circostanze possono cambiare”. Il Ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha affermato che il dispiegamento di contingenti di terra della NATO in Ucraina “non è impensabile”, mentre il Ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha espresso un sostegno simile. Anche il Ministero degli Esteri finlandese ha appoggiato la posizione francese, con il Ministro degli Esteri Elina Valtonen che ha dichiarato: “è importante non escludere tutto a lungo termine, perché non sappiamo mai quanto grave possa diventare la situazione”. Ha affermato che i finanziatori dello sforzo bellico ucraino “potrebbero fare molto di più” in termini di armamento delle proprie forze, rimproverando agli Stati Uniti di non aver fornito nuovi aiuti sufficienti. Gli aiuti annuali della Finlandia all’Ucraina ammontano a più dello 0,6% dell’intero PIL del Paese.
Err… oltre a Macron quella volta cui tutti gli altri in coro han risposto “manco per idea”, chi sarebbero i “leader politici dei Paesi occidentali” che avrebbero " sollevato sempre più la possibilità di un intervento militare palese"? (e, btw, la traduzione l’ha fatta google?)