Esplorato il comportamento teorico di un wormhole, ossia di un tunnel nello spazio-tempo: non è stato creato fisicamente, ma ne è stata studiata la dinamica grazie a un computer quantistico che ha simulato due buchi neri per poi inviare un messaggio tra loro attraverso una ‘scorciatoia’ nello spazio-tempo.
Mah
grazie a un computer quantistico che ha simulato due buchi neri per poi inviare un messaggio tra loro attraverso una ‘scorciatoia’ nello spazio-tempo.
Chèccivuòle a simulate due buchi neri? Spippoli un po’ sulla tastiera quantica, e tutti i bit vengono attratti dai due buchi che ti si formano sullo schermo.
Il nuovo esperimento non ha fatto altro che esplorare l’equivalenza dei wormhole con il teletrasporto quantistico
quindi il teletrasporto esiste. Energia!
L’esperimento è stato condotto su una versione del computer Sycamore 2 di Google, che ha 72 qubit. Di questi, ne sono stati utilizzati solo nove per limitare la quantità di interferenze e rumore nel sistema.
Mi pare giusto: 9 su 72, così si lavora meglio. Che poi il computer quantistico sia già una realtà commerciale, che con soli 5000 euro ti porti a casa almeno il modello cinese (o così dicevano nel 2021) potrebbe indurre tanti a simulare il proprio buco nero personale. Tanto è facile e, soprattutto, è esattamente come averne uno vero. Solo che poi ti mangia tutti i pixel dello schermo e, se hai successo, resti lì a guardare un monitor completamente nero.
Solo a me sembra una storia di vera fantascienza come quelle di una volta, con tanti termini affascinanti e alla moda buttati lì ogni tre righe?
Eh sì, in effetti spesso queste “notizie” strizzano l’occhio più al sensazionalismo che alla spiegazione equilibrata ed accurata di quanto si sta descrivendo. Che poi non è nemmeno così facile, visto il tema…