Il CEO di Oracle, il quinto uomo più ricco al mondo, lancia la sua entusiasmante visione: la tecnosorveglianza che non dorme mai

I piani di Larry Ellison per migliorare la società: controllo totale, registrazione continua di tutto ciò che accade e che le persone fanno, analizzato nei datacenter di Oracle. “I cittadini si comporteranno al meglio, perché stiamo costantemente registrando e segnalando tutto ciò che accade”.

@eticadigitale

https://www.404media.co/larry-ellisons-ai-powered-surveillance-dystopia-is-already-here/

  • deliriousn0mad
    link
    fedilink
    Italiano
    arrow-up
    1
    ·
    edit-2
    2 months ago

    Precisamente, la morale può cambiare molto. Chissà quali tue abitudini, idee e comportamenti potrebbero col tempo diventare inaccettabili, illegali, o prese di mira da gruppi estremisti/un governo che prevarichi le proprie competenze/la società in generale che viene a saperne attraverso una grossa fuga di dati. Nessuno ha voglia di vivere la propria vita come se fosse continuamente su un palcoscenico, ma le conseguenze sono potenzialmente molto peggiori di un semplice fastidio. Per fare un esempio, negli stati uniti da un giorno all’altro l’aborto è diventato illegale in molti stati e i dati delle app per il tracciamento del ciclo possono incriminare una donna. Il concetto di vita privata protegge da conseguenze negative future.

      • deliriousn0mad
        link
        fedilink
        Italiano
        arrow-up
        2
        ·
        edit-2
        2 months ago

        (Scusa il papiro)

        Sono d’accordo che la quantità di dati che consegnamo volontariamente o senza saperlo ai giganti della tecnologia sia troppo alto, ma c’é un abisso tra lo scenario attuale e quello che viene proposto qui.

        Prima di tutto finora i dati finiscono in mani –passami il termine – “benevole”, nel senso che sono sì enormi aziende con troppo potere, ma il loro scopo è venderci roba, non farci attivamente del male. Questo significa che sono interessati solo a certi aspetti delle nostre vite, quelli da cui possono trarre profitto. In più i dati non consistono in uno schedario unico contenente un profilo completo di ogni persona, ma in spezzoni frammentari che vengono aggregati con quelli di altre persone per verificare trend e preferenze generali. È sicuramente possibile costruire un profilo completo di un individuo con tutti quei dati, ma ci vuole molto lavoro e accesso a un numero enorme di dati di varie compagnie. In più diciamolo, è possibile semplicemente evitare i prodotti più anti-privacy (smartwatch che mandano dati di salute, assistenti per la casa che ascoltano sempre… non sono esattamente essenziali) e chi vuole può trovare alternative per molte altre cose. Niente di drastico come andare a vivere nei boschi.

        L’eccesso di sorveglianza di cui si parla qui invece, del tipo “la tua tv ti guarda mentre dormi” è ancora in larga parte illegale, fa scandalo quando casi isolati vengono scoperti ed applicazioni generalizzate esistono ancora solo nei piani futuri di CEO e agenzie di sicurezza. Non è impossibile mantenere la situazione così, in cui la privacy è sì erosa, ma non al punto che tutti sappiano automaticamente cos’hai mangiato ieri sera o com’è fatta la tua camera da letto.

        Per finire, parlando di cambiamenti futuri, è improbabile ma comunque plausibile che sul lungo termine il mercato dei dati ad un certo punto crolli e che improvvisamente questo tipo di erosione della privacy non porti più vantaggi economici. A quel punto sarebbe un vero peccato aver rinunciato interamente alla privacy perché “tanto non ce l’abbiamo comunque”.