“Le responsabilità in questa regione hanno dei nomi e dei cognomi e non daremo loro pace finché i nostri diritti non saranno garantiti. – scrive il collettivo Femin – Se siamo arrivate a questo punto è perché chi in questi anni si è seduto in consiglio regionale e ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere non ha mai voluto tutelare il diritto all’aborto. Primari e coordinatori di reparti di ginecologia e consultori, nominati dalla politica, si dicono obiettori di coscienza. Cosa potevamo aspettarci?”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/19/cosenza-si-dimette-lultimo-ginecologo-non-obiettore-di-coscienza-in-citta-abortire-non-e-piu-un-diritto/6666241/