Signore e signori, è il 2023 e la crema solare va messa, siamo tutti d’accordo?

Ogni anno, quando l’estate torna ad affacciarsi nell’emisfero settentrionale, si riaccendono le polemiche su queste appiccicose creme color avorio. Riemergono motivi assurdi per non usarle: impedirebbero di assorbire dal sole la giusta quantità di vitamina D; addirittura aumenterebbero il rischio di cancro; particelle di crema solare sopravviverebbero nelle cellule cerebrali fino a 10 anni dopo l’applicazione.

Gli studi esistenti sono unanimi nel sostenere che i benefici delle creme solari superino di gran lunga i potenziali danni, eppure la diffidenza cresce: tra gli adulti australiani, una delle popolazioni più esposte al sole del pianeta, solo il 55% ritiene che l’uso quotidiano di una crema solare faccia bene. Tanto scetticismo ha fatto sì che l’anno scorso molte persone abbiano cercato in rete ricette casalinghe per creare da sé creme del tutto inefficaci.

Ma la diffidenza non è affatto l’unico problema. Molte persone usano la protezione solare senza capire come funziona, e anche se lo capiscono spesso non la usano correttamente. Perfino la scienza fatica a spiegarne l’efficacia. Un problema di comunicazione non da poco, per quella che sostanzialmente è una misura preventiva contro i tumori. Nonché un problema che va risolto, perché con l’aumento delle temperature buona parte della popolazione mondiale avrà un crescente bisogno di proteggersi dal sole. … continua a leggere