Voglio provare a fare un ragionamento ad alta voce. Se esiste la materia “luminosa” con i loro fotoni, è presumibile che la materia “oscura” sia formata da “fotoni oscuri”… In fondo i fotoni “luminosi” si manifestano sui nostri sensori fotografici. Strumenti costruiti dall’uomo che ne manifestano la loro realtà fisica! Anche il Bosone di Higgs si ipotizzava che esistesse, ma la sua esistenza reale è stata confutata al CERN, grazie ad uno strumento costruito dall’uomo. Quindi l’essere umano sarà in grado, anche questa volta, di dire che effettivamente i “fotoni oscuri” esistono, attraverso la fisica sperimentale?
Ciao, A proposito del Bosone di Higgs: “Sono passati dieci anni dalla conferma sperimentale dell’esistenza del bosone di Higgs, la particella che assegna la massa alle altre particelle elementari. Ci sono voluti quasi cinquant’anni da quando, nel 1964, Peter Higgs ne ha ipotizzato e teorizzato l’esistenza, a quando gli scienziati delle collaborazioni Atlas e Cms sono riusciti a vederla in laboratorio, grazie a un complesso esperimento all’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc) al Cern di Ginevra. Da quel 4 luglio 2012, sono diverse le conferme giunte da Lhc. …” In merito alla tua perplessità sul fatto che un “fotone oscuro” abbia massa, mi trovo in sintonia. Ma sai meglio di me che la fisica delle particelle ci ha abituato ad ogni cosa… Potrei dire delle cavolate stratosferiche, non essendo un fisico, ma penso che la polarizzazione dell’emissione elettromagnetica possa avere una responsabilità. Se le particelle sono polarizzate ma assieme ad esse viaggiano anche le loro “antiparticelle” sfasate di 90°, l’emissione elettromagnetica si dovrebbe annullare. Ma quei treni d’onda sfasati nel loro viaggio attraversano l’universo incontrano materia. Quella materia “perturba il treno d’onda” modulandolo e facendo vedere parti di luce. Questo ragionamento mi è nato perchè quando studiavo petrografia usavo i polarizzatori per analizzare le sezioni sottili delle rocce. Se tra una sorgente luminosa e l’osservatore, si interponevano filtri polarizzatori incrociati la luce non passava e l’osservatore non vede nulla (nero). Se tra la sorgente di luce e i filtri polarizzatori ci si interponeva un vetrino con una sezione sottile di roccia, questa sezione sottile modificava il treno d’onda e dal filtro polarizzatore alcune frequenze passavano e si vedevano i minerali con differenti colori. Non so se sono riuscito a farmi capire. Ciao